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Provincia di Messina
COMUNE DI ALCARA LI FUSI
Indirizzo: Via della Rinascita 16, 98070 Alcara Li Fusi (ME)
Telefono: 0941.793010- Fax Municipio: 0941.793406

 

 

Stato: Italia
Regione: Sicilia
Provincia: Messina
Zona: Italia Insulare

 

 

Latitudine: 38° 1' 0" N
Longitudine: 14° 42' 0" E

 

 

Altitudine: 400 m s.l.m.
Superficie: m² 62.694.008
Perimetro Comunale: m. 40.360

 

 

Comuni limitrofi: Cesarò, Longi, Militello Rosmarino, San Fratello, San Marco d'Alunzio

 

 

Frazioni e Contrade: Cammara, San Giorgio, Macchiazza, Garbazzo, Cerasa, Mastro Giovanni, Scarpani, Casetta, Maillaro, Gatto, S. Paolo, S. Todaro, Franchina, Mangione, Valle Lepre, Vignazza, Carbuncolo, Fieri, Ciraseri, Baratta, Stella, Lanzeri, Murà

 

Abitanti: 3.067
Densità: 40 ab./km²

 

 

Nome degli abitanti: Alcaresi

 

 

Sito Web del Comune: www.comune.alcaralifusi.me.it
Mail: info@comune.alcaralifusi.me.it

 

 

Codice Fiscale: 00144310836
Codice Istat: 083001
Codice Catasto: A 177

 

 

Santo Patrono: S. Nicolò Politi
Giorno Festivo: 3 maggio, 17 agosto

 

 

Stemma: //

 

 

Gonfalone: //
Caratteristiche Stemma Simboli:
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Colori:
//

 

 

Beni monumentali: Chiesa del Rosario, all'inizio del paese, che presenta un bel portico del XV sec. (costruita nel 1163 sotto la dominazione Normanna;
Chiesa di S. Pantaleone Martire, nell'omonima Piazza, costruita nel 1600 e ancora aperta al culto, che custodisce una ricca collezione di libri antichi e pitture di notevole pregio, tra cui tre tele raffiguranti Sant'Antonio Abate, i Santi Cosma e Damiano e San Bartolomeo del tortoricese Giuseppe Tomasi (1671), e un'altra tela rappresentante la Madonna col Bambino del Damiani (1531);
Chiesa della SS. Trinità, unici resti dell'antico abitato, fondato, come vuole la tradizione, da Patron Turio;
Chiesa di S. Elia accanto alla quale sorgeva il Convento dei Cappuccini, oggi trasformato in parco giochi e dal quale si gode un panorama suggestivo della vallata del Rosmarino,
Chiesa Madre Maria SS. Assunta di epoca bizantina, nel terremoto del 10 Giugno del 1490, crollò riducendosi ad un cumulo di rovine, sulle quali fu riedificata dal 1502 al 1508.
Nell'interno si ammira l'artistica cappella, dedicata alla Vergine titolare, ornata di stucchi dorati e di celebri pitture, dove sono custodite tre opere di notevole pregio: la statua di San Nicolò Politi del Giuffrè, la tela raffigurante il Santo Eremita del Damiani (1539), e lo scrigno argenteo contenente le ossa del Santo, dello scultore catanese Paolo Quarna (1581);
Chiesa dell'Annunziata
Chiesa del Convento dei Minori Conventuali
Chiesa delle Grazie

Monastero delle Vergini Benedettine, eretto nel 1559 dentro si trova un Museo d'Arte Sacra specializzato, curato e gestito dalla Parrocchia Maria SS. Assunta con varie collaborazioni.
Inaugurato nel giugno del 2003, costituisce una significativa iniziativa culturale realizzata dalla comunità parrocchiale in uno con la Diocesi di Patti col nobile intento di valorizzare e offrire al vasto pubblico il proprio ingente e prezioso patrimonio.
L'esposizione museale si relaziona e rimanda efficacemente al ricco e fecondo patrimonio che è esposto nel suo luogo naturale, cioè nelle suggestive chiese di Alcara, la cui visita costituisce un necessario completamento e dà senso di continuità al percorso museale ed aggiunge inoltre ulteriori elementi di conoscenza del fervore religioso e della vitalità artistica di questa nobile terra.
Il Museo, per un percorso espositivo di circa 350 mq., si sviluppa su due livelli, con diverse sezioni.
Al primo livello, nella prima sezione sono esposte opere lignee di piccole dimensioni che documentano nella forma plastica l'abilità di anonimi artigiani che operano su committenza della comunità locale a cui sta a cuore l'arredo delle proprie chiese.
Sono interessanti: la testa di S. Giovanni in legno dipinto su piatto ligneo del 1618; un Crocifisso in cera con costato che si apre; altro Crocifisso in avorio; due Angeli oranti ed un'Aquila in legno dorato. Dentro l'apposita teca spicca fra tutte la "Madonna col Bambino", statua in alabastro.
Seguendo il percorso, nella seconda sezione sono esposti i fercoli di San Michele A. e dell'Annunziata che si offrono nella loro straordinaria bellezza a testimoniare la fecondità di laboratori e di artigiani dell'area nebroidea.
Nelle pareti sono poste interessanti tele: la Deposizione (sec. XVIII), l'Adorazione dei Magi (G. Tomasi, 1667), la Madonna tra i Ss. Andrea, Benedetto e Placido (S. Rivelli, 1788) e l'Estasi di S. Francesco (anonimo, sec. XVII).
Su piedistalli le statue lignee della Madonna del Carmelo e di S. Simone.
Nella terza sezione sono raggruppate opere del Quattro-Seicento. È di estrema raffinatezza il Crocifisso medievale di fine Quattrocento. Nella parete di fondo è la tavola "La Madonna tra S. Sebastiano e S. Francesco" (sec. XVI), interessante opera che si ascrive ad allievo della scuola di Antonello da Messina (1430-1475). È pure di pregio il dipinto "S. Anna con la Madonna ed il Bambino". Nei contenitori bassi sono esposte collezioni di libri antichi, tra cui un incunabolo e rarissime cinquecentine, importanti testimonianze della vitalità culturale alcarese.
Al secondo livello, la sezione prima, costituita da un'ampia sala, raccoglie alcuni dei numerosi paramenti liturgici di proprietà della Parrocchia, tra cui pianete ricamate con fili d'oro e fili di seta. È di immediata percezione il loro pregio, poiché in tali arredi (secc. XV-XVIII) si manifesta la capacità creativa, la bravura di maestranze che hanno saputo soddisfare le richieste delle committenze locali illuminate.
La perizia e l'abilità delle moniali di Alcara erano ben note oltre l'ambito locale. Nella parete: prezioso paliotto con S. Nicolò Politi (sec. XVIII) in fili d'argento, oro e grani di corallo.
Nella sezione seconda sono esposti arredi argentei (calici, navicelle, turiboli, secchielli, ostensori, pissidi, reliquiari, crocifissi, corone…),
Monastero del Rogato
Eremo di S. Nicolò Politi
Finestra Bifora
del XV sec, monumento ai caduti di pregevole bellezza;
Antico quartiere Motta, il più antico nucleo abitativo del paese, di chiara impronta medievale, il cui intreccio delle vie richiama la tipica disposizione dei quartieri Arabi;
Agglomerato rurale "Stidda" costituito da capanni in pietra a secco e copertura in tegole o "frasche" con accanto dei recinti per il ricovero del bestiame che richiamano gli antichi insediamenti preistorici
Fontana Abate costruita in età remota dai Turiani, adornata di stemmi, pinnacoli e volute di pietra, dalla quale sgorgano sette cannoli d'acqua freschissima;
Castel Turio, torretta arroccata su uno spuntone roccioso;
Mulini ad acqua, sul torrente "Stidda", si susseguono, uno dei quali è ancora integro;
Grotta del Lauro; Una delle grandi meraviglie naturali del territorio di Alcara Li Fusi e dei Nebrodi, è la Grotta del Lauro, situata a 1068 metri s.l.m., nel contesto delle imponenti Rocche del Crasto, un anfiteatro roccioso di tipo dolomitico.
Nella Grotta sono presenti innumerevoli stalattiti, stalagmiti, colonne dalle forme più svariate e anche un tipo di concrezione mammellonare formata da spessi strati di calcite, nel suo interno trasparente.
Tramite un ampio ingresso di forma ovale si incomincia una leggera discesa che porta ad una prima grande caverna delle dimensioni irregolari, con una volta altissima costellata da stalattiti di svariate forme, inoltre delle stalagmiti anch'esse di forme e di dimensioni diverse ed un'imponente colonna che funge da pilastro, proseguendo con una leggera salita si giunge ad una seconda caverna anch'essa molto ricca di suggestive colonne stalagmitiche e di nuove e molteplici stalattiti che rendono la volta della caverna di una bellezza unica.
Dalle due caverne partono dei cunicoli che scendono e si incrociano portando ad altre stanze di dimensioni minori ma dalla bellezza illimitata.
Il silenzio del luogo è interrotto dal rumore lento, ritmico, eguale, prodotto dal gocciolio dell'acqua trasudante dalla volta.
Oltre che da un punto di vista geospeleologico la grotta del Lauro è interessante per la presenza in essa di due esemplari di "Troglobie", di invertebrati miriapodi di alto interesse biologico che costituiscono un Endemismo tipico ed unico di questa Grotta "ENTOTALASSINUM NEBRODIUM" e " BERONISCUS MARCELII".
Nella grotta alcuni studiosi hanno rinvenuto materiale archeologico preistorico di grandissimo interesse scientifico.
Per salvaguardare l'habitat della Grotta è stato emanato un regolamento per gli escursionisti che vogliono visitare il sito.
Per le escursioni e necessario presentare un richiesta al Comune di Alcara Li Fusi almeno cinque giorni prima.
L'escursione naturalistica è di media difficoltà, la durata si aggira intorno alle 5 ore, ed è necessario avere un abbigliamento adeguato nonché delle scarpe tipo trekking.
Nel periodo estivo le visite guidate sono organizzate dall'Associazione Amici della Terra / club Nebrodi Cell. 347 5794695.
Le Rocche del Castro, anfiteatro roccioso dall'aspetto dolomitico il quale si estende per circa 20 Km., raggiungendo la quota massima nel Pizzo S. Nicola, ai piedi si erge un maestoso liscione di faglia dove tutt'ora nidificano una coppia di Aquile Reali, alcune coppie di Gheppi, il Falco Pellegrino e numerosi altri uccelli diurni e notturni
le faggete di Poggio Placino, Scavioli, Maullazzo, Scafi, Macchiazza
la Fiumara del Rosmarino, la quale taglia in due il territorio comunale, dividendo la parte rocciosa da quella boschiva;
Lago artificiale Maulazzo;
Lago naturale di Biviere ;
Monte Sora il monte più alto dei Nebrodi.

 

 

Feste Patronali e Religiose: 03 Maggio Festa patronale della Madonna dell'Assunta;
15-18 Agosto Festa patronale di S. Nicolò Politi.

 

 

Eventi Culturali: 24 Giugno - Festa dei "Muzzuni",
In prossimità del solstizio d'estate, gli abitanti di Alcara Li Fusi si danno appuntamento per le celebrazioni della festa del Muzzuni.
Questa festa ha origini pagane, dedicata alla dea Cerere, sono infatti presenti delle caratteristiche che ricordano gli antichi riti della civiltà ellenica e che consistono in una sorta di rito propiziatorio per la fertilità della terra e in un inno all'amore e alla giovinezza.
La festa, in origine celebrata il 21 giugno è stata in seguito spostata al 24 giugno, per farla coincidere con il giorno dedicato a San Giovanni Battista.
La denominazione Muzzuni deriva, con molta probabilità, dalla caratteristica brocca priva di collo, mozzata appunto o dal grano che una volta falciato, viene raccolto in fascioni detti mazzuna.
Oggi la festa è costituita da un insieme di elementi pagani e cristiani ed è considerata una delle più antiche d'Italia.
Le protagoniste dei preparativi sono le donne che dispongono degli altarini nei luoghi più caratteristici del paese le pizzare, dei tipici tappeti realizzati utilizzando dei ritagli di stoffa.
Sui tappeti vengono messi dei piatti contenenti delle spighe e degli oggetti caratteristici del mondo contadino.
Le donne si dedicano poi alla preparazione dei muzzuni, delle brocche senza collo, addobbate con un foulard di seta e con gli ori delle famiglie del quartiere.
Le brocche contengono steli d'orzo e grano, lavanda e garofani e, una volta pronte, vengono collocate sugli altari.
I quartieri in cui sono stati allestiti gli altari sono animati da musiche e canti popolari, spesso inerenti all'amore.
Davanti ai muzzuni si celebra inoltre il Rito del Comparatico, che consiste nel consolidare le vecchie amicizie e nel rinnovare quelle nuove.

 

 

Eventi Gastronomici: //

 

 

Eventi Sportivi: //

 

 

Curiosità: //

 

 

Mercati e Mostre: Mese di Aprile Fiera del Bestiame.

 

 

Centri Culturali: MUSEO D'ARTE SACRA
c/o Monastero delle Vergini Benedettine
orari d'apertura:
da Lunedì al Venerdì dalle ore 9,00 alle ore 12,00
Sabato: ore 9,00 alle ore 13,00 Domenica : 15,00 - 19,00

 

 

Risorse: Centro agricolo (uliveti, vigneti, cereali) ed allevamento del bestiame (bovini, equini, ovini, suini); tessitura artigianale di tappeti locali realizzati con filo di cotone bianco e pezzi di stoffa di diversi colori, ritagliati a striscioline, che prendono il nome di "pizzare".

 

 

Numeri Utili: Carabinieri: Via Ugo Foscolo - tel. 0941-793073
Ufficio Postale: Via Roma - tel. 0941-793043
Guardia Medica: Via. U. Foscolo - tel. 0941-793383
Ufficio Turistico Comunale: Via della Rinascita n° 14 - Tel. 0941.793010

 

 

Siti Web nel Comune: www.alcaraonline.it
web.tiscali.it/cartolandia2005
www.muzzuni.com

 

 

Impianti sportivi: Stadio Comunale "Sergio Rundo",
Campo da tennis
Campo di Pallavolo

 

 

Strutture ricettive: Agriturismi:
Agriturismo "Chiusa Badia" C.da Carbuncolo cell: 340.6730368
Hotel e Locande:
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Residence:
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Bed and Breakfast:
Bed and Breakfast: Nicolò Via G Amendola 17 tel: 0941/792030 cell: 347/2927684
Bed and Breakfast: Rosa Via G Amendola 17,1° piano tel: 0941/792030 cell: 347/2927684
Bed and Breakfast: Tana del Lupo C.da Murà cell: 347/1443495
Ristoranti e Pizzerie:
Pizzeria "Il Grifone" C.da Villicano tel: 0941.793211 - cell: 328.6880325
Altro:
Trattoria Artino C.da Cammara tel: 0941.793204 cell: 347.2910133

 

Personaggi illustri: //

 

 

Come si arriva: Auto:
Autostrada A20 uscita S. Agata Militello, attraversare il paese sulla statale 113 sino al bivio per Militello Rosmarino -Alcara li Fusi. Imboccare la strada provinciale 161, per circa KM 16
Autolinee:
Pullman di linea da S. Agata Militello ad Alcara li Fusi (ME) - F.lli Sberna Tel. 0941.701023
Ferrovia:
Linea Palermo - Messina - Stazione ferroviaria di S. Agata Militello. Proseguire in pullman.

 

 

Cenni: Domina dall'alto, l'intera vallata del Rosmarino; di intenso richiamo la "Grotta del Lauro", singolare per le stalattiti e stalagmiti che, ivi, si possono ammirare.
Le origini risalgono al XII sec. A. C. narrano infatti Plinio e Dionigi d'Alicarnasso che, dopo la distruzione di Troia, fra i seguaci di Enea vi fosse un certo Patrone, natio della città di Turio e perciò detto Turiano, che dopo essere sbarcato nel tratto di spiaggia che va da Acquedolci a S. Agata Militello, con molti suoi compagni si diresse verso l'entroterra, dove trovò un luogo ricco di sorgenti d'acqua e riparato dai venti. Vi costruì un castello, da lui detto Turiano, ove prese dimora, costituendo il primo nucleo del borgo turiano che poi divenne Alcara.
Il nome potrebbe derivare dal greco "Alchar" che significa fortezza, o forse furono i nuovi conquistatori arabi a dare il nome di "Al-Quariah-al Fusà "(villaggio spazioso).
Nell'anno 885 circa, i Saraceni, che occuparono e distrussero la città di Castro, presero anche il castello Turiano senza però distruggerlo giacché, data la sua posizione e solidità, fu ritenuto utile per essere utilizzato come fortezza. i superstiti Greci di Castro e di Dèmina andarono ad ingrossare l'abitato di Turiano che così divenne una città abbastanza importante per l'avvenuta fusione dei territori e delle popolazioni di tre gruppi civici. Cessato il dominio Saraceno e affermatosi la dinastia Normanna, l'intero abitato assunse il nome di "Alcara", e poiché era compresa nella Valle Demona, si chiamò "Alcara Valdemone".
La denominazione di Alcara Valdemone rimase fino all'anno 1812 allorché una legge Borbonica soppresse le vecchie circoscrizioni amministrative delle tre valli di Noto, Mazzara e di Demona istituendo sette Intendenze, cioè province.
Da tale periodo il Comune assunse ufficialmente l'attuale nome di Alcara li Fusi perché allora fioriva l'industria dei "Fusi" per filare la lana, la seta e il lino.
La posizione geografica e la conformazione del territorio del Comune di Alcara Li Fusi si presta facilmente, grazie alla maestosità e la varietà dell'ambiente naturale, a qualsiasi tipo di escursione.
Il centro di Alcara Li Fusi, ubicato a circa 400 m.s.m., nel cuore dei Nebrodi, è adagiato ai piedi di una suggestiva catena rocciosa, dall'aspetto dolomitico e domina dall'alto l'intera vallata del Rosmarino.
Di particolare richiamo, a 1068 m di altitudine, nel massiccio roccioso del Crasto, è la "Grotta del Lauro" per il suggestivo spettacolo di stalattiti e stalagmiti che si possono ammirare al suo interno.
Ai piedi del massiccio roccioso del Crasto è ancora possibile trovarvi alcune interessanti specie di uccelli quali: l'aquila Reale, il falco Pellegrino, il corvo Imperiale che in questo luogo hanno trovato l'ambiente idoneo per nidificare.
Alcara conserva ancora intatto, specie nel quartiere "Motta", primo nucleo abitato della cittadina, il fascino dell'antico con i suoi caratteristici vicoli medievali che ricordano i tipici quartieri arabi.
Del "Castello Turio" che domina il paese rimangono alcuni ruderi tra cui una torretta quadrata di ruta su una rupe rocciosa. Ai piedi dell'antico castello si trova la caratteristica fontana "Abate" alimentata da sette grandi getti d'acqua.
Notevole è la Chiesa Madre con le absidi ed il campanile del XVI sec., all'interno della quale si trovano numerose tele del sei-settecento ed un pregevole organo del XVII sec..
Splendido monumento di architettura rinascimentale è la Chiesa del Rosario con un elegante portico del XV secolo.
Nei pressi del quartiere Badia si trova la Chiesa di S. Pantaleone del XVI secolo all'interno della quale si conservano un pregevole dipinto del cinquecento di scuola antonelliana e un organo del XVI secolo.
Nella Cappella del Rogato, un tempo annessa ad un monastero basiliano, è ancora possibile ammirare uno splendido affresco murario bizantino che raffigura la morte della Vergine.
In un contesto paesaggistico di particolare bellezza si trova, infine, l'antico eremo di San Nicolò Politi, meta ogni anno di un devoto pellegrinaggio.
Ma Alcara Li Fusi, oltre che per le bellezze naturalistiche del suo territorio e per il notevole patrimonio artistico, è conosciuta per la caratteristica festa del "Muzzuni" (brocca senza collo), una celebrazione che rievoca elementi paganeggianti in onore di Adone e Afrodite (dea della fertilità e dell'amore) le cui origini risalgono al IV e V secolo A. C. e che si è tramandata ininterrottamente fino ad oggi.
Particolare importanza riveste la tessitura artigianale di tappeti locali che vengono realizzati con filo di cotone bianco e pezzi di stoffa di colore diversi accuratamente ritagliati a striscioline che prendono il nome di "pizzare".
Un artigianato tipico che, riscoperto da circa un ventennio dalle donne alcaresi, costituisce un ulteriore prezioso elemento di valorizzazione del territorio.

Etimologia (origine del nome)
Attestato nei documenti con il nome di Alcara de fusis.
La prima parte potrebbe derivare dall'arabo al-hara che significa "quartiere".
La seconda parte, ossia Li Fusi, si riferisce probabilmente alla produzione di fusi che era particolarmente sviluppata in loco

Il Comune di Alcara Li Fusi fa parte di:

  • Regione Agraria n. 2 - Nebrodi nord-orientali
  • Parco dei Nebrodi
Per aggiornamenti, suggerimenti, correzioni, foto ecc.... scrivete a: giuseppegarufi@virgilio.it