Indirizzo:C. Umberto I – 98065 Montalbano Elicona (ME)
Telefono centralino: 0941679120- Fax Municipio:0941679597
Stato: Italia
Regione: Sicilia
Provincia: Messina
Zona: Italia Insulare
Latitudine: 38° 1' 30''N
Longitudine: 15° 1' 2''E
Altitudine: 920m s.l.m.
Perimetro comunale: m. 47.857
Superficie: m². 68.317.144
Comuni limitrofi: Basicò,Falcone,Floresta,Francavilla di Sicilia,Librizzi,Malvagna,Oliveri,Patti, Raccuja,Roccella Valdemone, San Piero Patti,Santa Domenica Vittoria,Tripi
Frazioni: Casale, Pellizzaro, Santa Barbara, Santa Maria, Toscano, Villa Braidi
Abitanti: 2 485(31-12-2011)
Densità: 37,09 ab./km²
Nome di Abitanti:Montalbanesi
Sito Internet: http://www.comune.montalbanoelicona.me.it/
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Codice Fiscale: 00339970832
Codice Istat: 083057
Codice Catasto: F400
Santo Patrono: San Nicola
Giorno festivo: 6 Dicembre
Descrizione Araldica delloStemma:
Blasonatura del Gonfalone
Caratteristiche Stemma
Decreti: Decreto Presidente della Repubblica n. 2768 del 27 ottobre 1978.
Da vedere:
Il Castello di Federico II
L’elemento storico architettonico più significativo di Montalbano Elicona è il Castello che domina un tessuto urbano medioevale irregolare e tortuoso, che si snoda su e giù per i vicoli adattandosi alla conformazione del promontorio roccioso.
Le piccole case costruite in pietra arenaria sono colme di storia autentica. Edificato su preesistenze bizantine e arabe, il Castello è costituito in alto da un fortilizio normanno-svevo e in basso dal "palatium" fortificato svevo-aragonese.
La parte superiore, una fortezza rettangolare, è chiusa all’estremità da due torri, una a pianta quadrata e l’altra, tipicamente sveva, a pianta pentagonale, con funzione di maschio.
Al periodo svevo risale la muratura perimetrale merlata che rappresenta la configurazione difensiva “a saettiere” più importante e meglio conservata della Sicilia.
Della fase angioina ci rimane la data del 1270 incisa nel rivestimento idraulico della cisterna grande.
Al re Federico II d’Aragona si deve invece la ricostruzione dell’edificio e la sua trasformazione da fortezza in "regiae aedes", residenza reale per i soggiorni estivi (1302-08).
Il sovrano fece aprire diciotto grandi finestre sui muri perimetrali al di sopra delle feritoie sveve e un numero considerevole di portali e porte.
Grazie alla ristrutturazione operata dal re aragonese il castello di Montalbano è una delle opere più unitarie e armoniose del medioevo siciliano.
L’elemento più straordinario dell’intero castello è la cappella reale di epoca bizantina, che custodirebbe secondo alcuni studiosi le spoglie di Arnaldo da Villanova, una delle figure più importanti del suo tempo, medico, alchimista e riformatore religioso in odore di eresia, morto nel 1310 e del quale sono attestate numerose presenze a Montalbano insieme al re Federico.
Dopo oltre un secolo di declino, negli anni ’80 lavori di restauro hanno restituito il Castello alla sua antica bellezza, ma con un imperdonabile errore: i merli, originariamente a coda di rondine, sono diventati rettangolari, qualificando così come guelfo un edificio che, essendo svevo aragonese, non potrebbe essere più ghibellino!
Il Castello è oggi di proprietà comunale e viene utilizzato per mostre e convegni.
La chiesa, la cui struttura risale al XII secolo, è statadedicata a San Nicola, patrono di Montalbano.
Nel 1645 fu rinnovata e ampliata con due navate, come aggiunta alla navata centrale preesistente.
E’ caratterizzata da due file imponenti di colonne corinzie sulle quali poggiano le arcate a tutto sesto.
Le colonne monolitiche di calcare, si dice provengano dallo spoglio di antichi templi esistenti sul territorio.
“1646“, data incisa su un capitello, molto probabilmente si riferisce al periodo in cui la chiesa è stata costruita, ma non alla reale fattura delle stesse, probabilmente molto più antiche.
In questa chiesa si possono ammirare varie opere di pregiotra cui il tabernacolo sull’altare in legno dorato adorno di meravigliose decorazioni e sculture, attribuiti alla scuola delGagini come la scultura di San Nicola (1587); la fonte battesimale di pietra, un crocifisso ligneo del ‘400; un baldacchino barocco del ‘700; un dipinto raffigurante l’ultima cena attribuito a Guido Reni, pittore e incisore italiano, fra i maggiori del Seicento; una pregevole tela dell’Assunta e preziosi paramenti sacri in seta ricamata, capolavori raffinati della scuola messinese.
Santuario Maria SS. della Provvidenza
Adiacente alla piazza è ubicato il Santuario Maria S.S della Provvidenza.La chiesa di San Domenico, chiamata già da tempo immemorabile Santuario della Vergine Santissima, venne ampliata grazie alla generosità del Barone di Montalbano Vincenzo Romano, annettendogli un convento affidato ai Padri Domenicani che copriva un’area di oltre 2000 mq (oggi palazzo comunale).
Pregevole la sacraimmagine della Madonna della Provvidenzain scultura lignea riferita alla prima metà del ’700, attribuita allo scultore Alessandro Pantano, è posta sull’altare maggioredella chiesa di San Domenico, Santuario dal 1983 .
La Madonna porta in braccio il Bambino che sorregge con la mano sinistra un globo e con la destra benedice .
Chiesa San Sebastiano
Ubicata nel quartiere Serro, è stata costruita nel 1827 ad opera del sacerdote Don Benedetto Calabrò. Dopo un periodo di abbandono è stata restaurata dall'Arciprete Carmelo Seminara e il 16 luglio 1976 veniva nuovamente aperta al culto.
All'interno della chiesa non si conservano opere d'arte. Una nicchia custodisce la statua lignea del Santo titolare.
Chiesa Spirito Santo
Vicino a Porta Giovan Guerino si trova la chiesa dello Spirito Santo,risalente al 1300.
L'edificio conserva all'esterno un portale di stile romanico e all'interno si notano tre nicchie di pietra arenaria con capitelli scolpiti, dove un tempo erano custodite tre tele che raffigurano la discesa dello Spitito Santo, San Calogero e San Francesco di Paola.
Chiesa Santa Caterina
Il luogo di culto più prossimo al castello è la Chiesa diSanta Caterina, la cui facciata mostra un bel portale in stile romanico.
Eretta intorno al 1300, conserva all’interno una pregevolestatua marmoreadella santa poggiata su un preziosobasamento a bassorilievo, attribuita alla scuola del Gagini.
La chiesa di San Michele
Edificata intorno al 1100-1200, presenta una struttura a pianta rettangolare, con un’unica navata e il transetto marcato da una volta in pietra.
Sulle pareti sono state ricavate ampie nicchie decorate conaffreschi raffiguranti immagini sacre. Davanti alla facciata principale vi erano sedili in pietra.
Purtroppo oggi della struttura, che in tempi passati accolse le spoglie dei Mastropaolo, restano soltanto pochi ruderi, a seguito del terremoto del 1978.
Passeggiando invece, nelcentro storico di epoca medievalediMontalbano Elicona, non è difficile imbattersi in magnificipalazzi romanici, conportaliefinestre decorati.
Riserva Naturale del Bosco di Malabotta
È uno degli ultimiboschi “naturali”presentiin Sicilia, una vera meraviglia per gli appassionafi diflora e fauna.
Sorge tra due catene montuose, quella dei Nebrodi e quella deiPeloritani, e si estende per 32,21 km².
Il bosco èricco di tante specie arboree, quali ilCerro(un tipo di quercia), il Perastro, ilSambuco, ilFrassino, l’Acero, ilCitiso, diverse forme diSalice, oltre alle coltivazioni diNocciolo, Noci eCastagno.
Ilsotto boscoinvece è ricco di alcune piante particolari come laPeonia, il Biancospino, laGinestra odorosae laRosa canina.
Dal bosco è possibile ammirare deipaesaggi mozzafiato, oltreché misteriosi, come i Megaliti dell’Argimusco, o imaestosi Patriarchi, relitti centenari di alberi di Cerro, di cui ne esistono alcuni di circa due metri di diametro, che si incontrano lungo il sentiero.
Inoltre il bosco è popolato darapaci diurni e notturni, quali l’aquila reale, la civettae ilbarbagianni.
Il fiume Elicona e i mulini ad acqua
Il fiume nasce dall’Argimusco e dai Losi, scende attraversoMontalbanoper giungere fino al mar Tirreno traTindari e Falcone.
Da sempre ha svolto un ruolo importante nelle vicende del paese, nei secoli passati lungo il suo tortuoso percorso vennero costruiti deimulini ad acqua, dove i montalbanesi si recavano a piedi o a dorso di un mulo trasportandovi il grano da macinare.
Con la costruzione del primo mulino meccanico, i mulini ad acqua vennero uno ad uno abbandonati.
Oggi i mulini dell’Elicona sono tutti in rovina, ma le mura, le ruote avvolte nella vegetazione, evocano ancora i ricordi di chi era solito andarci per la farina o per i bagni delle “scappate estive”.
Il Parco dei Nebrodi
Istituito il 4 agosto 1993, è lapiù grande area protetta della Sicilia, il territorio è caratterizzato dalla diversità di modellazione dei rilievi, dalla ricchissima vegetazione e dagli ambienti umidi.
Importante è la ricchezza della fauna; infatti quiè possibile trovare piccoli mammiferi, rettili, anfibi e uccelli.
Molto conosciuto è ilsuino nero dei Nebrodi, ma vi è anche la presenza del cinghiale, dellavolpe, dell’istrice, delriccio, delgatto selvatico, dellamartora, delladonnola, dellalepre e del coniglio, e, anche se molto rarefatta, delghiro.
Molti sono gliuccelliin quest’area,sparvieri,poiane, gheppi, il falco pellegrino, il merlo acquaiolo, il martin pescatore, la beccaccia, l’upupa e il corvo imperiale.
I Megaliti di Argimusco, nei siti di Argimusco, di Elmo e di Losisi trovano imponentimegaliti, menhir realizzati conblocchi di granitoche si trovano tra le imponenti rocce di arenaria a segnare calendari astronomici dal fascino ancestrale.
Sono state definite le pietre dei giganti, interpretate come opera degli uomini neolitici di Sicilia in tempi antichi e per questo alcuni hanno definito il sito “Stonehenge italiana” equiparandolo alle grandi strutture del nord Europa.
I megaliti si trovano a 1200 m, sono dei conglomerati calcarei facilmente sottoposti all’erosione del tempo e degli agenti atmosferici, a causa della poca durezza della pietra.
Nel gruppo megalitico principale vi sonodue menhir, uno più slanciato e snello (alto una ventina di metri), e uno più basso e massiccio (poco più di 10 m.).
Per la loro forma vengono designati dagli esperti del settore come “simboli sessuali maschile e femminile”.
Poco più avanti si innalzanotre grandi massicci di pietra, alti oltre una trentina di metri.
Questi posti uno di fronte all’altro, presentano un profilo di tipo antropomorfo, uno maschile, e l’altro femminile con le mani giunte in preghiera (comunemente denominata l’Orante).
Un altro megalite dalla forma ben distinta e caratteristica è costituito da un gruppo di pietre sovrapposte dalla sagoma diaquila con le ali semi-spiegatee il capo rivolto verso sud.
Se muniti di bussola si scopre che sia il l’Aquila sia il menhir più alto sono allineati esattamente lungo l’asse est-ovest.
Ciò significa che ponendosi con le spalle rivolte verso il megalite maschile, detto “fallico”, e guardando l’Aquila si può vedere sorgere il sole dietro quest’ultima nel giorno dell’equinozio di Primavera e di Autunno.
Allo stesso modo, volgendo le spalle al rapace e guardando menhir si può vedere tramontare il sole ad ovest negli stessi giorni.
Tra i due elementi si trova una pietra bassa a forma di sella, che rappresenterebbe il punto d’arrivo dell’ombra del menhir al tramonto degli equinozi.
Questa sorta di pietra-testimone , posta al centro del gruppo circolare di menhir e megaliti con i volti potrebbe rappresentare un punto di osservazione, dal quale rilevare altri fenomeni astronomici significativi.
La datazione deimegaliti di Montalbanoè però molto difficoltosa, in quanto non si fa alcun cenno a questi “monumenti” in alcuna fonte antica, e non vi è allo stato attuale alcun reperto, in quanto non è ancora stato fatto alcuno scavo ufficiale.
Nelle vicinanze vi sono i resti di “dolmen” (pietre funerarie) appartenenti ad una necropoli forse successiva ai megaliti, purtroppo smantellati in tempi passati dai pastori al fine di trarre materiale di costruzione.
Vi sono anche caratteristiche costruzioni in pietra, di epoca più recente anche se ancora non bene definita, i cosiddetti “cubburi”.
Si tratta di piccoli edifici, detti casotti, capanni a tholos, cubo o cuba (termini di origine araba) diffusi in Sicilia, in particolare nella zona deimonti Nebrodi, anticamente costruiti nelle zone destinate a pascolo ed utilizzati per il ricovero dei pastori.
Festa Patronale:
In onore della Madonna Maria Santissima della Provvidenza, molto venerata dai fedeli montalbanesi e da fedeli e pellegrini dei paesi vicini per alcuni prodigi compiuti nei secoli scorsi, si celebra la festa del 24 agosto.
Si tratta di una delle più antiche manifestazioni dei Nebrodi, risalente al XVII secolo, la statua in legno della Madonna, ricoperta di gioielli donati dai fedeli, viene portata a spalla in processione per tutto il paese. La festa termina a tarda serata, con una fiaccolata in onore della Madonna.
Eventi Culturali:
Alcune delle tradizioni più note del paese sono:
Corteo Storico Medievale, in seno alle tradizionali Feste Aragonesi, con giochi e rievocazioni storiche per l'intero paese, il quale è annoverato per il suo centro storico fra "i borghi più belli d'Italia".
Il Presepe Vivente, una tradizione che si rinnova ormai da anni, a Montalbano Elicona, il più bel Presepe vivente di tutta la Sicilia,ambientato nel dedalo di vicoli dell'antico Quartiere Serro.
Manifestazione estive.
Eventi Gastronomici:
Braidi Pomodoro Festival a Braidi, piccolo villaggio di Montalbano Elicona, un Festival Gastronomico interamente dedicato al pomodoro, in tutte le sue varietà e derivati.
La "Festa del Ficodindia" a Braidi di Montalbano Elicona, offre la possibilità di degustare il frutto sotto forma di specialità derivate come la granita, il gelato, i dolci, la mostarda.
La Sagra del Tortone e dei prodotti tipici, e la Sagra del Pane di Montalbano, due appuntamenti dedicati ai punti di forza della gastronomia dell'antico borgo medievale.
Eventi sportivi:
Curiosità:
Il 22 maggio 2011 presso il Castello Svevo-Aragonese del Borgo, durante la XI Assemblea Nazionale de "I borghi più belli d'Italia", si è svolta la cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria a Luca Zingaretti, in arte Salvo Montalbano.
La giornata è stata conclusa dalla rappresentazione scenica, da parte dell'attore, dell'opera La Sirena di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Mercati e mostre:
Risorse:
La cultura gastronomica del territorio si caratterizza per gli ingredienti semplici, genuini, ricchi di sapori, profumi e colori.
Punti di forza della gastronomia locale sono principalmente i prodotti della pastorizia, gli insaccati ed i dolci, in particolare:
la provola di Montalbano, vero capolavoro di arte casearia, presentata sotto forma di figure animali, i cosiddetti “cavalluzzi di tumma”, la ricotta salata, fresca ed “infornata”, gli insaccati, (salumi, pancetta e lardo), il salame del suino nero dei nebrodi, il pane casereccio in vendita nei forni locali,
i pasticcini a base nocciole di Montalbano, i biscotti “a ciminu”, le “cullure” e le “nuvolette” tipiche del periodo pasquale, l’olio di oliva i legumi (fagioli, ceci,fave)
Centri culturali:
Teatro Comunale "Domenico Popolo"
Museo delle armi bianche
Museo didattico degli strumenti antichi
Museo belfiore
Numeri Utili:
Siti nel Comune:
http://www.proloco-montalbanoelicona.it/
Impianti sportivi:
Strutture Ricettive:
Fattoria Grattazzo Contrada Grattazzo,tel. 334.3145556
Al Barile Via Malimpresa 4 Frazione Braidi, tel. 0941.676108
Ristorante Pizzeria del Castello C.so Principe Umberto, 13, tel. 0941.679156
Il Cantuccio C.so Principe Umberto 16
Personaggi Illustri:
Come si arriva:
Dall'Autostrada A 20 Messina-Palermo uscire allo svincolo di Falcone e proseguire per 18 km fino a destinazione, passando per Belvedere, imboccando il bivio per Basicò e superando Toscano.
Cenni storici:
Centro agricolo delle Caronie settentrionali Montalbano Elicona sorge sulla sommità di un colle a circa 900 metri sul livello del mare.
Nel 394 a.C. il nome verrà denominato Elicona dai Dori che credevano di ravvisarvi l'"Elikon" greco anche se quest'appellativo verrà aggiunto al sostantivo "Montalbano" solo dopo l'unificazione del Regno d'Italia.
L'origine del borgo risale probabilmente alla prima metà del secolo X e ne abbiamo una prima menzione solo nel 1070.
Fu possesso demaniale fino al 1177 anno in cui passò agli Alagona.
Nel 1233 in seguito ad un'insurrezione del popolo, l'imperatore Federico II di Svevia distrusse Montalbano dalle fondamenta.
Il paese venne presto ricostruito e nel 1262 fu dato da re Manfredi a Bonifacio Anglona, sotto il titolo di contea.
Il periodo di maggiore sviluppo lo ebbe all'epoca di Federico II d'Aragona che nel 1325 vi fece edificare un castello.
L'edificio che conserva poco delle strutture interne originarie e che è stato restaurato di recente è un'ampia costruzione con resti di una torre e una cappella con cupola in stile bizantino.
Di notevole interesse artistico la Chiesa Madre, del 1646, dedicata a S.
Nicolò di Bari che presenta al suo interno un altare con bassorilievi gagineschi del 1587.
Rilevante a Montalbano Elicona è la produzione delle nocciole, che rappresenta la principale fonte di ricchezza del luogo, e dei formaggi tra cui provole e ricotte.
La maggior parte del territorio oltre che da noccioleti è interessata anche da vigneti e da uliveti.
Notevole estensione hanno i boschi e i pascoli che consentono un fiorente allevamento bovino e suino.
Presente anche l'industria con l'istituzione della C.I.N.I.A. (Cooperativa intercomunale Montana Agricola) addetta alla lavorazione e alla trasfor-mazione delle nocciole e la creazione del complesso industriale S.I.B.A.M.per l'imbottiglia-mento delle acque oligo-minerali esistenti nel territorio.
Etimologia (origine del nome)
La prima parte del nome è un composto dimons(monte) ealbanus, daalbus, bianco.
In specifico, si riferisce all'antico nome del monte su cui fu realizzato un castello per volere diFederico II d'Aragona.
Il Comune di Montalbano Elicona fa parte di:
La cittadina fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, infatti è stata inserita nell'elenco dei 90 borghi medievali più belli d'Italia
Fonte: http://www.comune.montalbanoelicona.me.it
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