Indirizzo: Piazza Municipio - 98062 Ficarra (ME)
Telefono centralino: 0941.582666 - Fax Municipio: 0941.582037
Stato: Italia
Regione: Sicilia
Provincia:Messina
Zona:Italia Insulare
Latitudine:38° 6' 32''N
Longitudine:14° 49' 44''E
Altitudine:460 m. s.l.m.
Superficie:m². 18.591.004
Perimetro: m. 20.234
Comuni limitrofi: A nord e est: Brolo; a ovest: Naso; a sud e est: Sant'Angelo di Brolo; a sud e ovest: Sinagra
Frazioni: Matini, Crocevia, Sauro, Rinella
Abitanti:1803
Densità: Densità per Kmq: 96,8
Nome di Abitanti:Ficarresi
Sito Internet: www.ficarra.me.it
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Codice Fiscale:00292200839
Codice Istat:083020
Codice Catasto:D569
Santo Patrono:Santa Maria Annunziata
Giorno festivo:25 Marzo
Stemma:
Gonfalone:
Da vedere:
Chiesa Madre, dedicata all'Annunziata (Patrona di Ficarra); una breve scalinata precede la facciata, movimentata da un rosone, nella quale si apre il Portale Settecentesco in pietra arenaria, riccamente scolpito da maestri scalpellini locali.
Suggestivo l'interno basilicale a tre navate: in fondo alla navata centrale un organo a canne del '700, recentemente restaurato, i cui motivi ornamentali si ritrovano nel pulpito ligneo e, dietro l'altare maggiore, il "coro" anch'esso ligneo.
Nelle navate laterali, a sinistra, la Cappella del Sacramento dove si può ammirare un cinquecentesco tabernacolo marmoreo, opera del Gagini, e, nel transetto, un prezioso Crocifisso Ligneo del 400, a destra la Cappella dell'Annunziata dell'esempio di stucchi d'epoca barocca, limitata da una seicentesca cancellata in ferro battuto, conserva la statua marmorea dell'Annunziata pregevole opera attribuita ad Antonello Gagini e un tabernacolo marmoreo nel quale si custodiva un prezioso reliquiario contenente il sangue più volte sudato dal volto della Vergine e trafugato nel '78; nel transetto, un Polittico di Antonello da Messina. nelle navate si conservano anche alcune tele settecentesche, la statua marmorea della Madonna della Neve, opera del Gagini commissionata da Barone Lanza per la Chiesa del Convento, e la statua dell'Immacolata impreziosita da bassorilievi e dallo stemma dei Piccolo. Notevole il Campanile (XVIII sec.).
Chiesa di S. Sebastiano
Chiesa del Carmelo
Chiesa S. Giovanni
Chiesa delle Benedettine detta anche Badia, in cui si conservano la statua marmorea della Madonna delle Grazie attribuita a Rinaldo Bonanno, le statue di cartapesta di San Basilio e San Benedetto,la tomba della Baronessa di Matini, un antico organo a canne, un soffitto affrescato; al centro l'antico Palazzo dei Piccolo.
Piazzetta del Convento, il belvedere offre al visitatore una incantevole visione panoramica del paese,
Ruderi del Convento dei Frati Minori Osservanti di S. Francesco risale al 1522. Utilizzato come biblioteca, poi, caduto in rovina, abbandonato nel 1885.
Il chiostro venne utilizzato nel XX secolo per l'edificazione di un monumento ai caduti, di esso rimane intatto un arco a pieno sesto attualmente in fase di restauro.
Parco delle Rimembranze con monumenti ai Caduti della 1° guerra mondiale.
Palazzo dei Lancia, il duecentesco, si presenta in tutta la sua maestosità che pare sia stato dimora di Macalda Scaletta, una donna di umili origini divenuta baronessa di Ficarra per concessione di Carlo d'Angiò.
Palazzo Ficarra recentemente acquisito al patrimonio del Comune, che appartenne ai Milio, antica famiglia baronale. Conserva sale splendidamente decorate.
Ruderi del duecentesco Castello, restaurato a più riprese, di esso restano il portale di accesso, parte delle mura, alcune celle, l'atrio interno con un pozzo centrale.
Fortezza Carceraria è caratterizzata da una pianta quadrata con basi a scarpa, possenti mura in pietra arenaria con merli a coda di rondine e aperta solo dal portale d’ingresso. È un imponente e austero edificio, situato sul colle più a sud.
Le stanze sono in successione attorno al cortile, di fronte all'ingresso vi è la cappella privata, al centro del cortile, il pozzo è collegato ad una cisterna in cui arriva l'acqua piovana.
Nacque probabilmente come torre di avvistamento e nel 1500 fu ampliata e dotata di celle per adibirla a carcere.
Distrutta per l'incuria e dalle bombe del 1943, dei due piani originari oggi ne rimane solo uno, recentemente ristrutturato, mentre il secondo è ridotto ad una terrazza panoramica, vi si organizzano mostre d'arte
Festa Patronale:
Festa dell’Annunziata 25 marzo e il 3 e 5 agosto. I preparativi ai festeggiamenti prendono avvio molti giorni prima con la collocazione della statua della Madonna sull’artistica vara settecentesca per la novena preparatoria.
Il giorno della festa, al grido possente dei portatori “ Evviva a Gran Signura Maria ”ha inizio la processione, che ha una coreografia ben precisa e segue la cosiddetta strada della processione.
Il corteo formato dal prete, dalle autorità civili e dai cosiddetti “piduna” persone a piedi scalzi in segno di voto, si snoda tra vicoli medievali talmente stretti che la vara ha difficoltà a passare. e smorfie di sofferenza dei portatori della vara ci danno l’idea del pesante fardello che grava sulle loro spalle, eppure gli uomini si contendono quei minuti preziosi sotto la vara.
Durante l’itinerario è possibile vedere tanti genitori che poggiano sulla vara i loro bambini un rituale commovente che più di ogni altro aspetto denota la grande fede dei ficarresi per la Madonna.
Festa di S. Sebastiano Martire, 20 Gennaio:
Festa di S. Biagio 3 Febbraio (tradizionale gioco delle pignatte).
Processione del Venerdì Santo,
Festa del Corpus Domini,
Festa della Madonna del Carmelo, 16 Luglio
Festa di San Francesco Martire ultima domenica di settembre nella popolosa C/da Matini.
Festa di Maria SS. del Tindari e S. Giuseppe prima domenica di ottobre nella C/da Rinella.
Festa di S. Cecilia Novembre
Festa dell'epifania (c/da Matini), I fedeli portano in Chiesa, per benedirli, mazzetti di alloro e rosmarino.
Eventi Culturali:
Mostre d'arte
Eventi Gastronomici:
Sagra del Vino ad agosto
Eventi sportivi:
Curiosità:
Ficarra è gemellata con: Vigevano, Italia.
Mercati e mostre:
Risorse:
Nel passato tra le attività praticate, fiorente era la tessitura e la lavorazione del baco da seta.
Numerose, poi, erano le "filande".
L'economia del paese si basa sull'agricoltura (nocciole, vino, arance, olio d'oliva), oggi purtroppo in forte calo a causa dell'emigrazione, e sul terziario.
Tra i prodotti alimentari particolarmente apprezzati sono l'olio di oliva ed il vino di Matini.
Si segnalano, inoltre, i prodotti dolciari da forno, richiesti da tutti i paesi limitrofi, quali paste di mandorla, "'nzuddi", "nuciddi e mennuli nghiazzati" e vari tipi di biscotti.
Tra i prodotti dell'artigianato locale si segnalano ricami a mano, lavori all'uncinetto o al chiacchierino di pregevole fattura, manufatti in vimini, soprammobili, lavori in pietra.
Centri culturali:
Il Centro Lucio Piccolo di Calanovella,
si fonda sui beni materiali e documenti appartenuti al poeta e di proprietà dell'erede Giuseppe Piccolo.
Attraverso un'intesa raggiunta con il comune di Ficarra, questo primo nucleo esposto, costituisce le fondamenta di un museo laboratorio dedicato alla vita e all'opera di Lucio Piccolo, poeta del '900 italiano.
Non è solo un museo alla memoria, dove comunque è possibile ammirare il suo studio, l'ambiente di lavoro del letterato, il contesto in cui amava ricevere e farsi riprendere, ma un vero centro studi, dedicato interamente alla vita ed all'opera del poeta.
Il centro è ospitato nelle prestigiose stanze affrescate del piano "nobile" del palazzo Milio-Ficarra, al suo interno sono custoditi: i mobili dello studio privato, la biblioteca personale ricca di testi rari di lettura italiana e straniera in prima edizione, immagini ed una serie di oggetti personali e di famiglia, documenti e manoscritti.
Questo insieme, unito alle attività editoriali e di ricerca, costituisce uno spaccato importante della vita di Lucio Piccolo, una testimonianza storica offerta a memoria di un intellettuale di grande spessore
La "Casa del Baco",
Ficarra, verso la fine del '700, oltre ad essere un importante centro agricolo, "primeggiava" nel campo dei lavori artigianali. Gran parte della popolazione si dedicava alla produzione ed al commercio della "Seta" e talvolta si vendevano i "bozzoli" e la seta grezza.
Fino fine alla fine degli anni '40 numerose erano le "filande" ed i "gelsetti" presenti nel territorio ficarrese, oggi resta solo qualche telaio conservato gelosamente.
Ogni famiglia contadina divenne un "piccolo laboratorio", dove era soprattutto la donna ad allevare il baco, a seguirlo nelle varie mute, a procurargli il bosco e a rinnovarlo, ad eliminare i bozzoli putridi e ad immergere le mani nell'acqua bollente delle bacinelle per liberare il filo dalla sericina, avvolgendolo negli aspi (naspe) tramite la molinella (fuso).
Il recupero di questa attività rappresenta, per i numerosi turisti e visitatori, tra cui molte scolaresche, un modo per venire a contatto con antiche tradizioni a dimostrazione di come un piccolo insetto riesce a proiettare nel passato intere generazioni.
Il comune di Ficarra, da diversi anni, ha voluto fortemente riprendere, solo ai fini dimostrativi e didattici presso la "Casa del Baco", l'ormai scomparso allevamento del "Baco da Seta", una delle tradizioni locali rurali più importanti del secolo scorso dove oggi ne rimane ancora testimonianza, nella memoria degli anziani, nei canti popolari, nei proverbi e nel lessico familiare.
L'itinerario che qui si propone intende ricucire il filo della seta spezzato dal tempo e aiutare il visitatore ad aiutarlo.
Museo della pietra arenaria
Numeri Utili:
Ufficio turistico comunale - tel. 0941 582604
Pro Loco Ficarresi Tel. 0941 582730
Guardia medica Tel. 0941 582338
Carabinieri Tel. 0941 582000
Siti nel Comune:
www.prolocoficarra.it
Strutture Ricettive:
Bed & Breakfast Ravì - tel. 0941.582221 – 339.6714307
Agriturismo "Fattoria di Granne" Tel.: 0941.582757 – 0941.583135
Pizzeria CubaLibre - P.zza Vitt. Veneto, 3
Personaggi Illustri:
Sindaci di Ficarra
Nunzio Ferraloro (1946 - 1947) Raffaele Antonino (1962 - 1967) Giuseppe Marchese (1967 - 1975) Francesco D'Amico (1975 - 1980) Giuseppe Marchese (1980 - 1981) Salvatore Pizzuto (1981 - 1983) Commissario straordinario - (1988 - 1989 ) Commissario Straodinario (1991 - 1993 Basilio Ridolfo (dal 2006) |
Come si arriva:
Auto
A/20 Uscita di Brolo a Km. 5 Scorrimento veloce per Ficarra
In treno
Stazioni di Brolo distanza da Stazione di Messina Km. 85
Cenni storici:
Negli atti dei censi dell'Archivio parrocchiale del Centro e in altri documenti spuri, si trovano le denominazioni di Ficara, Ficaria, Ficare, Ficarie, che farebbero supporre un riferimento ad un'erba medicinale delle ranuncolacee il cui nome scientifico è Ficaria Verna Hudis , così come è altrettanto verosimile il riferimento a Ficaria nel senso di territorio ricco di piante di fico.
Altre interpretazioni (Arezzo, Pasqualino) indicano Ficara dall'arabo Fakar traducibile in Gloriosa, per via della fortezza famosa fin dall'epoca della dominazione araba.
Centro agricolo dei Nebrodi, Ficarra, sorge su un colle, a circa 460 metri sul livello del mare, in posizione ridente tra declivi di ulivi e boschi di nocciole, a nord le fanno da cornice le valli della fiumara di Naso e Brolo, a sud la valle della fiumara di Sinagra.
Ficarra viene citata per la prima volta nel 1082 in un diploma del conte normanno Ruggero.
Nel 1198 la ritroviamo nel registro della Chiesa di Messina come un Comune in cui si trova una fortezza saracena, non lontano dalla Rocca di Brolo.
Da questo si può ipotizzare che Ficarra fosse anticamente un borgo di probabile fondazione araba.
L'origine del nome, infatti, potrebbe derivare dal termine arabo "fakhar", che significa glorioso.
Divenuto feudo baronale nel periodo svevo appartenne a Guglielmo Amico per concessione di Federico II e passò poi agli Scaletta, a Don Ruggero di Lauria fino a divenire possesso dell'illustre famiglia Lancia che protrasse la sua giurisdizione fino al secolo XVIII.
Vi si insediarono nel tempo varie famiglie nobili di cui la più antica è quella dei Piccolo, il cui ultimo discendente è stato Lucio Piccolo, il grande poeta dei "Canti barocchi".
Il centro abitato è sovrastato da due colli sui quali appaiono i resti di un castello medievale e quelli dell'antico convento dei Minori Osservanti.
Del Convento delle Benedettine, in piazza Badia, resta solo la Chiesa con all'interno la monumentale statua della Madonna delle Grazie.
I caratteristici vicoletti tortuosi, i palazzi baronali risalenti al XVI secolo, le innumerevoli testimonianze artistiche, il sapore antico di prodotti genuini, che ancora si possono gustare nelle tipiche trattorie rustiche che si incontrano lungo la strada, le incantevoli vedute sulle vallate e sul mare lontano fanno di Ficarra un centro di sicuro richiamo.
Il tessuto urbanistico di Ficarra e' di chiara origine medievale, la prima notizia della esistenza di questo agglomerato urbano con l'odierno nome risalgono a un diploma del Conte Ruggero Normanno del 1082, infatti Ficarra viene citato nel 1198 nel registro della chiesa di Messina, come un comune in cui sorge una fortezza costruita nel periodo Saraceno, dal che si può dedurre che in un periodo pre - normanno, il nostro paese sia stato un piccolo borgo arabo.
Di questo periodo arabo-saraceno non esistono notizie: ma tra le numerose tracce che e' possibile riscontrare, la più importante risiederebbe nel nome stesso di Ficarra, assimilabile etimologicamente all'arabo FAKHAR = GLORIOSO.
Con la conquista normanna la Sicilia fu trasformata in un territorio di gigantesche baronie e contee e Ficarra divenne un feudo baronale secondo la descrizione dei quaderni di Re Ruggero.
Ai normanni subentrarono gli Svevi, il primo barone di Ficarra del periodo svevo, di cui si hanno notizie fu Guglielmo Amico, a questi succedette la baronessa Macalda Scaletta sotto il cui dominio Ficarra conobbe uno dei periodi più brutti in quanto esercitò il suo potere con modi corrotti e disonesti. Sotto il regno di Pietro D'Aragona Macalda fu imprigionata e la baronia di Ficarra passò a Don Ruggero di Lauria conoscendo un lungo periodo d'oro.
Ai Lauria successe un'altra famiglia illustre, la famiglia dei Lancia e da questo nuovo cambio di vertice Ficarra non ricavò modifiche sostanziali e continuò ad essere una quieta dimora per i nuovi padroni come lo era stato per i vecchi.
L'attività economica principale era l'agricoltura ma assai diffuso era anche l'allevamento del baco da seta.
La baronia di Ficarra fu venduta in un'asta pubblica nel 1738, da allora con il passare del tempo si insediarono famiglie di nobili che costruirono le loro signorili dimore che ancora oggi conservano l'antica dignità
Etimologia (origine del nome)
Probabilmente si riferisce al termine dialettale ficu.
Il Comune di Ficarra fa parte di:
Regione Agraria n. 8 - Colline litoranee di Patti
Associazione Nazionale Città dell'Olio
Consorzio Turistico Costa Saracena
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