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Giovedì 25 Aprile 2024

Capo D'Orlando

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COMUNE DI CAPO D'ORLANDO

 

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele n° 1 – 98071 Capo d’Orlando (ME)

Telefono centralino: 0941.915111 - Fax Municipio: 0941.912459

Stato: Italia

Regione: Sicilia

Provincia:Messina

Zona:Italia Insulare

Latitudine:38° 9' 48''N

Longitudine:14° 44' 45''E

Altitudine:8 m s.l.m.

Superficie:m². 14.563.352

Perimetro: m. 22.479

Comuni limitrofi:Naso, Mirto, Caprileone, Torrenova

Frazioni e contrade:

Le contrade del Comune sono:

- Contrade collinari: Bastione, Forno Alto, Certari, Catute', S.Martino, Marmaro, Scafa.

- Contrade in pianura: Forno Medio, Malvicino, Piscittina, S. Lucia, Masseria, Vina, Bruca.

- Contrade balneari: S. Gregorio, S. Carra', Forno Marina, Tavola grande (Trazzera Marina).

Abitanti:12.658

Densità:904 ab./km²

Nome di Abitanti: orlandini 

Sito Internet:   www.comune.capodorlando.me.it

@: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Codice Fiscale: 00356650838

Codice Istat: 083009

Codice Catasto: B666

Santo Patrono:Maria SS. di Capo d'Orlando 

Giorno festivo: 22 Ottobre

Stemma:

Raffigura il monte della Madonna, il Santuario, il mare e la spiaggia racchiusi in due rami di quercia intrecciati sormontati da una corona con in alto la scritta: "Comune di Capo d'Orlando", che rappresentano la comunità.

Gonfalone:

Da vedere:

Museo Fondazione "Famiglia piccolo di calanovella" , voluto direttamente, per lascito testamentario, da Lucio, Agata Giovanna e Casimiro Piccolo, sorge in una raffinata ed elegante villa, fine ‘800, che si erge al Km. 109 della Statale per Palermo, in contrada Vina.

Qui di conservano i ricordi artistici ed umani di questa nobile famiglia palermitana, stabilitasi a Capo d’Orlando sul finire degli anni ’30.  

La particolare amicizia, oltre che parentela, che legava Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de "Il Gattopardo" con i Piccolo (Lucio, cavaliere e poeta, riconosciuto prima della sua morte nel 1969 poeta di statura europea, Agata Giovanna, appassionata e studiosa di botanica, Casimiro, il barone, pittore, fotografo e spiritista) portò il "principe" gattopardesco a soggiornare spesso a Capo d’Orlando e qui, a Villa Piccolo, scrisse buona parte del suo capolavoro. Scoprire la Villa vuol dire entrare nel magico mondo dei Piccolo di Calanovrella, ricordando le atmosfere della Sicilia dei Florio e del "Gattopardo".

La magia dell'incanto, fascino sottile di una antica e radicata presenza, fanno di Villa Piccolo un Museo di memorie viventi senza eguali.

La villa, immersa in un parco naturale nel quale è stata curata e salvaguardata, la tipica flora mediterranea ed esotica, è sistemato dal 1978 l'omonimo museo, istituto in occasione del decennio anniversario della scomparsa di Lucio Piccolo, cavaliere e poeta, riconosciuto prima della sua morte, "di statura europea".

L'edificio, sorto su una collinetta che domina la piana orlandina fu originariamente la residenza estiva dei Piccolo, che dopo essersi trasferiti da Palermo, l'abitarono stabilmente.

Nel Museo, aperto al pubblico, sono raccolte collezioni di oggetti d'arte, dipinti, armi, ceramiche, libri antichi, si tratta di raccolte sollecitate da un'idea del mondo e della bellezza che segna un ambiente, quella della migliore aristocrazia siciliana e il modo di vivervi.

Il patrimonio artistico della Villa è formato, tra l'altro, da squisite porcellane cinesi e giapponesi, da busti di tipica fattura di Sassonia, da fioriere inglesi.

Ma una particolare attenzione alla civiltà artistica isolana è testimoniata da coralli, cammei, avori e argenti, manufatti di quell'arte, cosiddetta minore, che a Trapani conobbe nei sec. XVI e XVII momenti di grande significato e rilevanza. Molti dei “tesori”  della Villa vengono custoditi in eleganti vetrinette d'epoca, che sono collocate nelle sue ampi sale, rimaste, in alcuni casi, per disposizioni degli arredi, come quando la dimora era abitata dai Piccolo.

Visitando il museo è d’obbligo la passeggiata nel parco, dove tra rarità arboree e piante raremediterranee c’è da visitare il "cimitero dei cani", uno tra i pochi esistenti al mondo

Il "Bastione", Non si hanno notizie certe che datino il castello sito in località Malvicino, ma la costruzione dell’insediamento, per la sua configurazione architettonica, sembra più affine ad una torre di tipo camillaneo.

Le caratteristiche più rilevanti sono rappresentate dalla pianta quadrata, articolata su tre elevazioni : la base, priva di apertura ed ospitante una cisterna, il piano operativo e la terrazza. 

La costruzione merlata mette in evidenza delle simmetrie rovesciate, le due scarpe di base alle quali corrispondono in elevazione le due bertesche rotonde sbalzate sugli angoli.

Probabilmente la costruzione del "Bastione" potrebbe datarsi intorno al XIV secolo, quando si diffuse nella piana orlandina la coltivazione delle "cannamele" e la torre doveva avere una funzione difensiva delle piantagioni.

Accanto alla torre si ergeva anche un trappeto ed altri insediamenti abitativi fortificati. Incerto anche il casato al quale appartenne, forse alla famiglia del Conte Bernardo Ioppolo o, come accredita qualche storico, a Donna Caterina Branciforte, Principessa di Butera. Il Castello, acquisito dal Comune di Capo d’Orlando negli anni ‘90, è stato sottoposto a lavori di recupero architettonico e di restauro, per una sua destinazione a museo polivalente.

Ruderi del Castello di Orlando Sorgono sul promontorio, ed è immediata la sensazione che il Castello doveva avere una funzione di difesa e di avvistamento delle flotte corsare. Secondo la leggenda fu così denominato da Carlo Magno, di passaggio in Sicilia, rientrante dalla Palestina. Incerta la data della sua costruzione ma si esclude che ne abbia rimpiazzata una già esistente ai tempi della vecchia Agatirno

Fontana del Drago – sulla SS 113 c/da Drago, non si hanno notizie sull'epoca esatta della costruzione, ma dallo studio dello stemma gentilizio sovrastante la Fontana, appartenete alla Famiglia Joppolo - Ventimiglia che dal 1582 al 1788 governò la conte di Naso, si può far risalire una data presunta negli anni a cavallo tra il XVII e l'inizio del XIX secolo. Lo stesso stemma fu trafugato nel 1985, ed in seguito riprodotto fedelmente e ricollocato nel 1989

Santuario Santa Maria di Capo d'Orlando

Faro, Il Faro di Capo d'Orlando, attualmente funzionante e sede della Delegazione di spiaggia della Capitaneria di Porto, è da sempre un punto di riferimento per i pescatori della costa, e da sempre simbolo del paese insieme al Monte

Borgo di San Gregorio si trova sull’omonimo lido è un antico borgo marinaro, composto da un gruppo di case di pescatori, alcune delle quali ristrutturate mantenendo comunque le caratteristiche originarie.

Museo del Pescatore, che risulta attualmente chiuso per problemi logistici è stato creato dagli abitanti del Borgo, riunitisi in associazioni.

 

Zone archeologiche:

Villa Romana Di Bagnoli

 Nel 1987 affiorarono, a poca distanza da San Gregorio, in località Bagnoli i primi resti di un edificio termale, appartenente ad una villa romana del III-IV sec. d.C. I resti, totalmente privi delle murature in elevazione hanno una configurazione planimetrica dalla quale si distingue il "calidarium" absidato ed il "frigidarium", luoghi entrambidestinati ai bagni. Dagli scavi sono emersi anche tracce di impianti idrici, una fornace e delle condutture per le acque calde. Interessante la pavimentazione in mosaici policromi. Non si esclude che intorno al ritrovamento, da saggi esplorativi effettuati, si trovino altre tracce di un vecchio centro abitato.

Le Cave del Mercadante Nel momento di bassa marea tra i due bracci del porticciolo turistico, in località S. Gregorio, allorquando dal costone affiora una configurazione rocciosa sulla quale la mano esperta dell’uomo ha lasciato incisi grossi dischi di pietra. L’estensione è di circa un centinaio di metri per una larghezza oscillante tra i 4 - 5 metri. Il diametro dei solchi va da uno a due metri con uno scavo profondo una decina di centimetri.  Questo sito è noto come la "Cava o pietra del Mercadante". Non si conosce l’utilizzo di questi manufatti, detti comunemente "rocchi" e si esclude, vista la consistenza della pietra che li forma (arenaria), che potessero servire quali macine per i mulini, tesi quest’ultima anticamente e per diverso tempo accreditata

Ritrovamenti dei corredi tombali di via veneto ed  i resti antichissimi di Via Liberta’

Quando negli anni venti Capo d’Orlando iniziò ad assumere le vesti urbanistiche dell’attuale cittadina, tra il promontorio e Piazza Matteotti, iniziarono ad affiorare i primi importanti reperti archeologici. Infatti, nel 1981, vennero fuori le tracce di una necropoli, con il ritrovamento di diversi corredi tombali quali ceramiche in vernice nera e acroma di fattura locale, anfore fittili cinerarie, arredi e monete greche. "Pare che l’antica città si svolgesse negli altipiani di San Martino", così agli inizi del ‘900 scriveva di Agatirno il Sacerdote Gugliotta, confermando antiche memorie della tradizione orale. Gli ultimi ritrovamenti in Via Veneto (angolo Via Trieste) risalgono al 1989.

Nel corso del 2001, durante la costruzione di un fabbricato in Via Libertà, proprio alle falde del promontorio, sono stati rinvenuti degli importantissimi resti di un emporio fittile (vasellame…) risalente al periodo ausonico (1200 a. C.) coincidente con quello della mitica fondazione  della città di Agartirno nel territorio orlandino.

Antiquarium Recentemente istituito, si apre nei locali sottostanti la pinacoteca. Raccoglie tutti i reperti archeologici e storici rinvenuti sul territorio orlandino, fino ad ora conservati nei vari musei isolani.

Festa Patronale:

15 agosto, Festa di Maria SS. di Porto Salvo

Alla fine del secolo scorso la famiglia Merendino fece costruire la cosiddetta “Chiesa Nova” chiamata così per distinguerla da quella del Monte. In questa Chiesa è venerata la Madonna di Porto Salvo, una statua raffigurante la Madonna benedicente il mare e la barchetta. I pescatori di Capo d’Orlando, il 15 agosto di ogni anno, portano in processione sulla barca la Madonna, quasi a raccomandarsi invocandone la benedizione. La barca esce in processione seguita da decine di imbarcazioni stracolme di persone, doppia il faro fino ad arrivare a S. Gregorio e, sul far della sera, la Madonna giunge in Chiesa

22 ottobre, Festa della Madonna di Capo D’Orlando

 Narra la leggenda che nella notte del 22 ottobre 1598 sul Castello del Capo i fratelli Raffa, guardiani del medesimo, avvertirono dei rumori. Increduli videro un pellegrino che suonava la “buccina” e fuggì lasciando una piccola cassetta e all’interno, con grande stupore, vi trovarono il simulacro raffigurante la Madonna. Alta quasi un palmo, simile alla Madonna di Trapani, tiene amorosamente tra le braccia il Bambino Gesù. I Raffa credettero di riconoscere in quel pellegrino vestito da basiliano il volto di San Cono Navacita. Il simulacro fu portato a Naso per proteggerlo dalla ferocia dei pirati, ma violenti terremoti indussero a credere che dovesse tornare a Capo d’Orlando.

Il Vescovo Francesco Velardi della Conca, dopo attento processo giuridico, diede ordine al Conte Girolamo Ioppolo di erigere sulla sommità del monte la Chiesa, che il 22 ottobre del 1600 potè accogliere la Madonna. Si istituì da quel giorno una festa con mercato e fiera. Era tradizione che il 15 e 16 di ottobre si svolgesse quella dei grandi animali (buoi, cavalli…), mentre il 21 e 22 quella dei piccoli (capre, pecore, maiali…). Ai nostri giorni le fiere degli animali hanno lasciato il posto al grande mercato che si svolge per le vie del Centro il 21 e 22 ottobre.

 Nel Santuario si conservano due dipinti di Gaspare Camarda della Scuola di Antonello da Messina : “l’Adorazione dei pastori” del 1626 e “Il Crocifisso fra due monaci oranti” del 1627.

Nella notte del 11 dicembre 1925 ignoti trafugarono il simulacro di Maria SS. Di cui non si ebbe più notizia ma, a continuazione del culto e della devozione,  l’anno dopo venne realizzato un piccolo simulacro in argento, che rimane tuttora esposto nel Santuario

 

Eventi Culturali:.

Periodicamente viene tenuta la Rassegna  “ Vita e paesaggio di Capo d’Orlando “.

Festival "Capo d'Orlando in Blues

Premio Letterario Nazionale "Ioppolo - Piccolo"(novembre)

Notte Bianca a Capo d'Orlando

Eventi Gastronomici:

Sagra del pesce (Luglio)  =   Sagra du’ pani cunsatu  =  Maccarunata

Eventi sportivi:

PALIO D’ORLANDO le contrade che vi partecipano:

01) SANTA LUCIA,                       

02) PISCITTINA                                   

03) SAN GREGORIO                           

04) ULETTA                                          

05) MASSERIA                                      

06) SCAFA                                             

07) SAN MARTINO                             

08) CATUTE’                                        

09) FORNO ALTO                               

10) MUSCALE                                      

11) PIANA                                             

12) DRAGO                                           

13) MALVICINO 

 

Curiosità:

La torta più lunga del mondo

 Il 21 Marzo 2004, con l'avvento della primavera, Capo d'Orlando si è dotato di un singolare record: " La Torta più lunga del mondo".

Con l'ausilio di numerosi maestri pasticceri, e volenterosi sponsor, è stata prodotta, nel pieno centro cittadino, la torta più lunga del mondo. La singolare delizia, della  misura di metri 1.120,75 ha coperto per intero la Via Piave del centro Orlandino. Numerosi i visitatori (circa 50/mila) provenienti dai centri vicini e da fuori provincia, l'iniziativa è stata omologata dal Notaio Giardina, presenti numerosi testimoni tra cui l'intera giunta comunale cui va, unitamente al primo cittadino Dott. Massimo Carrello, il merito della riuscita manifestazione.

Mercati e mostre:

Mercato settimanale ogni giovedì

Risorse:

La coltivazione e la commercializzazione degli agrumi (limoni), insieme alle attività legate alla pesca, hanno rappresentato fino agli anni '60 gli assi portanti dell'economia cittadina; ma prima l'emigrazione in Australia (Fremantle) di intere famiglie di pescatori, per i quali la pesca in loco non rappresentava più un'attività remunerativa, poi la scarsa competitività sui mercati nazionali internazionali dei prodotti agrumicoli siciliani, hanno indirizzato le attività verso il commercio e i servizi legati a soddisfare le richieste del mercato comprensoriale e di quello turistico.

Centri culturali:

Pinacoteca Comunale " Tono Zancanaro " presso il Centro Culturale Polivalente 

Via del Fanciullo ( I piano ) 0941-912946

Orari:  da Lunedì al Sabato  dalle ore 9.00 alle 13.00 e  dalle ore 16.00 alle 20.00

La pinacoteca è stata allestita nel 1955 a seguito della prima  Rassegna “ Vita e  Paesaggio di Capo d’Orlando.

Patrimonio posseduto:  382 opere distribuiti oltre che nei locali della Pinacoteca,anche in tutti gli uffici comunali.

A rotazione vengono esposti i quadri della collezione comunale, la sala della Pinacoteca è disponibile, previa autorizzazione,   per esposizioni collettive o personali.

Annualmente la Pinacoteca viene utilizzata dal Liceo Artistico “Leonardo da Vinci“ per il conferimento delle lauree.

Numeri Utili:

Guardia Medica  -  Via Mancini  - 0941 911958 - 901322

Poste e Telegrafo - Via Roma - 0941 913911 - 901495

Carabinieri -  Via Santa Lucia  -  0941 901444

Pinacoteca Comunale -  Via del Fanciullo n° 2 -  0941 912946

Antiquarium -  Via del Fanciullo n° 2  -  0941 911392

Museo Fondazione Piccolo - Contrada Vina n° 44 -  0941 957029

Siti nel Comune:

www.capodorlandonline.it

www.capodorlando.info

www.paliodorlando.eu

www.crossroad.it

www.aastcapodorlando.it

www.agatirno.it

Strutture Ricettive:

Ristorante - Pizzeria L'Ambasciata Dei Nebrodi  Via Lo Sardo, 20 - 0941 911454

Ristorante Albergo La Tartaruga Piscina Sala Ricevimenti -  Contrada S. Gregorio, 70 - 0941 955421

Ristorante Baia Verde - Via Nazionale, KM. 100,40 - 0941 955412

Ristorante Da Enzo Ristorante Pizzeria - Via Umberto, 20  - 0941 901700

Ristorante Da Matteo - Contrada S. Gregorio, 6 - 0941 955029

Ristorante Gallo D'Oro - Via Trazzera Marina, - 234 - 0941 911931

Ristorante Hotel Amato  - Via Consolare Antica, 152 - 0941 911476

Ristorante Hotel Il Mulino  - Via A. Doria, 46 - 0941 902431

Albergo & Villaggio Ristorante La Mia Valle  - Contrada S. Gregorio - 0941 955544

Personaggi illustri:

Lucio Piccolo (Palermo27 ottobre 1901 – Capo d'Orlando26 maggio 1969) è stato un poeta italiano, che visse quasi sempre appartato, fra Palermo e la sua casa di capo d'Orlando, alieno da ogni forma di mondanità come lo fu suo cugino Giuseppe Tommasi di Lampedusa.

Vittorio Sindoni regista

Giuseppina Paterniti giornalista del TG3

 

Come si arriva:

Treno - Stazione Ferroviaria di Capo d'Orlando - linea Messina - Palermo 

Auto - A/20  Messina Palermo, uscita Brolo per Capo d'Orlando est  uscita Rocca di Caprileone  per Capo d'Orlando ovest

Autolinee: Messina, Patti, S. Agata Militello, Tortorici.

Porto: Peschereccio, turistico, collegamento con le Isole Eolie (stagionale)

 

Cenni storici:

Trae origine da un’antica città sicula denominata "Agatirno" dal nome del suo fondatore figlio di Eolo, fondata ai tempi della guerra di Troia (1218 a.C.).

La sua esistenza è attestata sia da storici e geografi antichi (Diodoro, Plinio, Tolomeo......) sia da studiosi moderni fra cui il Meli e il Fazello.

L’antica città doveva comprendere, oltre alla zona del promontorio e di una parte dell’odierno centro cittadino, le contrade di S. Martino, Certari, Catutè, S. Gregorio e Scafa.

E’ presumibile che l’estensione della città e lo sviluppo della sua civiltà dalle immediate colline in epoca arcaica, si siano estese alla costa e al promontorio con l’arrivo dei Fenici,  dei Greci e dei Romani.

Al Console Levino nel 209 a.C. è legato un episodio oscuro e drammatico della sua storia: la deportazione in Calabria di circa 4.000 uomini, "società composta di ladri, esuli e malfattori", dice Tito Livio.

Il Damiano, nel suo saggio "Nebrodi, Val Demone, Agatirno, misteri della storia antica" ha dato di recente una interpretazione stravolgente dell’episodio.

E’ possibile che Agatirno fosse il centro, nei Nebrodi, del culto dionisiaco e che tali riti fossero mal sopportati dagli stessi Romani che trovarono un pretesto per deportare gli antichi Orlandini.

Intanto testimonianze di Agatirno sono venute alla luce in epoche diverse: nel secolo scorso si ritrovò una lapide marmorea di fattura romana nell’attuale centro urbano (Villa Cangemi) insieme a corredi tombali attestanti l’esistenza di una necropoli; altri corredi tombali, scheletri e phitos sono venuti alla luce nel 1980 e nel 1989 durante dei lavori di scavo in via Letizia.

Il ritrovamento più significativo è venuto alla luce nel febbraio 1986  in località Bagnoli, nelle adiacenze del costruendo porto, sono emersi resti di una zona termale facente parte di un’antica Villa Romana.

Come da Agatirno si sia, al tempo della venuta dei Normanni, passati alla denominazione di Capo d’Orlando è ancora un problema avvolto nel mistero e nella leggenda.

Goffredo da Viterbo,cappellano di Carlo Magno, attesta che fu proprio l’imperatore francese a denominare il Capo in onore del suo celebre paladino.

Non si esclude che "Agatirno", considerato toponimo paganeggiante fu cancellato dai Normanni troppo legati alla Chiesa di Roma.

Il 4 giugno del 1299 il mare di Capo d’Orlando fu teatro di una tremenda battaglia navale fra due fratelli aragonesi contendenti il trono di Sicilia : Giacomo e Federico.

Alla distruzione del castello in cima al promontorio è legato, un secolo dopo, l’episodio dell’assedio patito dal barone Bartolomeo Aragona da parte di Bernardo Cabrera conte di Modica, speditovi dal Re Martino.

Si ha notizia di incursioni piratesche sui lidi orlandini nel 1589 e nel settembre 1594, e la torre del capo, continuò ad ospitare guardiani in armi che provvedevano all’avvistamento dei pirati algerini.

All’erezione del Santuario (1600) sorto sulle rovine del castello, invece, è legato il rinvenimento di una minuscola statuetta della Madonna, che è divenuta la patrona di Capo d’Orlando.

Intanto nelle terre di Malvicino, dal XV secolo, si era affermata la coltura delle "cannamele". A difesa delle coltivazioni e del relativo commercio dai Baroni di Naso fu eretta una torre con annesse opere fortilizie ed un trappeto per la lavorazione dello zucchero.

Nella zona di S. Gregorio, invece, fu impiantata una tonnara, che interessava il tratto di mare tra Capo d’Orlando e Capo Calavà.

Nella metà del 1800, alle pendici nord-ovest del promontorio, si costituì il primo nucleo del nuovo centro urbano essenzialmente abitato da famiglie di pescatori, mentre nella Piana alla coltura del gelso e dei vigneti cominciò ad innestarsi quella degli agrumi, in particolare quella dei limoni,che fino ad oggi ha rappresentato uno degli assi portanti dell’intera economia orlandina.

La costruzione della S.S. 113 Messina - Palermo, nonché della S.S. 116 Capo d’Orlando - Randazzo e l’ultimazione del tratto ferroviario nel territorio orlandino nel 1895, permisero un notevole sviluppo del commercio agrumario, nonché l’inizio di un crescente sviluppo economico e urbanistico.

All’inizio di questo secolo nacquero i primi sentimenti di autonomia dal Comune di Naso, che venne concessa, dopo una lunga serie di manifestazioni popolari, con L. 25 giugno 1925 n. 1170.

Il 27 settembre 1925 fu inaugurato il nuovo Comune di Capo d’Orlando

Paesaggi e panorami 

Ci sono almeno tre punti, quasi osservatori astronomici, da cui puoi godere la vista dei paesaggi da cartolina che Capo d’Orlando può offrirti. 

Il primo da Scafa alta, lo sguardo domina il mare azzurro, la baia con il porto, intravedi uno scorcio del borgo S. Gregorio, vai oltre, i faraglioni, ancora insenature, il cono all’ingiù del Capo; a destra, quasi all’orizzonte le sagome delle Eolie, con Vulcano e Lipari quasi attaccate, Salina, Filicudi e Alicudi lontane. A Catutè alto, sulle Rocche della Sciamma, l’altro punto.

Seduto,  a sinistra lo sguardo si perde sino alla rocca di Cefalù, all’ingiù domini tutto il verde della Piana e l’estensione dell’abitato cittadino sino alle propaggini del Capo, e ancora le Eolie e scorgi, tra Vulcano e Lipari, Panarea, e a destra anche il Capo Milazzo.

Come per sintesi, se sali in cima al Capo, a 360 gradi verifichi la bellezza dei panorami di Capo d’Orlando.

E la struttura morfologica e geologica del Capo, sulla cui sommità si ergono il Santuario con i resti delle mura dell'antica fortificazione del castello, poi, rappresenta un unicum anche dal punto di vista scientifico: “flysch di Capo d'Orlando” sono state denominate le stratificazioni trasversali di roccia arenaria, purtroppo soggette alla lenta, ma inesorabile, erosione dell'acqua e dei venti.

Sul versante nord-ovest del Capo, a partire dalla terzultima rampa della scalinata, dopo un recente impianto di eucalipti, parte un sentiero che, per una fitta pineta,  conduce fin giù, al faro. Sugli altri versanti, arbusti e macchia mediterranea.

 Il mare, i fondali e la fauna

Il mare è l'elemento vivificatore di energia e la fantastica cornice di questa cittadina: pochi metri da ogni parte dell'abitato per trovarsi sulla spiaggia di sabbia e ghiaia che per vari chilometri si allunga in un perfetto rettifilo con la visione delle Eolie.

L’esposizione ai venti, le correnti, il ricambio d’acqua continuo, rendono il mare di Capo d’Orlando ideale per la balneazione almeno cinque mesi l’anno, da maggio a settembre.

La spiaggia,poi, possiede due caratteristiche peculiari: lunga, ampia e sabbiosa nel tratto antistante il centro abitato; sabbia, calette, tratti di scogliere e faraglioni ad est del Capo, fino al borgo S. Gregorio, il porto, Testa di Monaco. Proprio qui, in un fondale che non supera i 10 metri, i più fortunati e i più abili possono mettere a carniere qualche cerniotta e qualche sarago niente male, nascosto nelle tane e anfratti della roccia.

Spostandosi verso il largo, ad una distanza di circa 400 metri dalla riva, troviamo “ ‘u scogghiu du zu Petru”  e, nei fondali di 12 – 15 metri, saraghi e spigole in numero considerevole, qualche cernia e polipi di discrete dimensioni.

A San Gregorio, proprio di fronte l’Hotel “La Tartaruga”, a circa 500 metri al largo, in 10 metri di fondo, sorge una spianata di roccia con numerose spaccature dove saraghi di ogni dimensione si aggirano tranquilli e fiduciosi. Continuando a costeggiare la spiaggia il fondale perde interesse dal lato venatorio mentre diventa ricco di spunti per gli appassionati della fotosub; giochi di luci ed ombre lungo le pareti dei faraglioni, piccole grotte  e gallerie tappezzate di ricci e piccoli rami di gorgonie.

Giunti all’altezza del faro, dagli scogli detti “canaleddi”, inizia il tratto più interessante per gli apneisti: si tratta della scogliera delle “formicole” che partendo da terra continua, in direzione nord-ovest, fino a 500 metri al largo, per morire su un fondale sabbioso di circa 20 metri. Sin dall’inizio colpisce il gran movimento di pesce, soprattutto saraghi di buona taglia, che vivacizza il fondale.

Pinneggiando verso il largo, improvvisamente cominciano ad apparire le prime cernie; il comportamento è sempre lo stesso: pochi secondi a candela e poi via, come fulmini, nelle spacche scure e profonde; è di rigore, quindi l’aiuto di una buona torcia.

A circa 300 metri dalla spiaggia emerge la prima “formicola” con una spaccatura centrale dove, al mattino presto e al tramonto, si possono insidiare spigole di buona taglia. Da questo punto in poi il fondale può riservare piacevoli sorprese, sia per la gran quantità di pesce bianco e da tana che per la presenza, nei periodi di passo, di ricciole, spigole e dentici che raggiungono il rispettabilissimo peso di oltre 40 Kg. Nella fascia tra i 3 e i 6 metri i dilettanti possono divertirsi con i numerosi cefali.

Sempre in questo tratto di mare gli appassionati di fotografia e riprese, potranno sbizzarrirsi in inquadrature da concorso sfruttando gli effetti che la luce crea attraversando i cunicoli e le spaccature che costellano fino sul fondo le tre Formicole. 

A gli appassionati dell’Ara (Auto Respiratore ad Aria, le cosiddette Bombole ndr) consigliamo un’immersione sullo scoglio 27, una secca così denominata per il fondale  in cui si trova che è di 27 passi d’acqua; è questo un vero eden di flora e fauna subacquea dove si possono ammirare spettacoli di vita sottomarina che ci ricordano i film di Folco Quilici. Piccolo particolare: siamo in Sicilia e non in Polinesia!

dal sito Comunale: www.comune.capodorlando.me.it

Etimologia (origine del nome)

Si narra che il nome fu attribuito da Orlando, compagno d'armi di Carlo Magno

Il Comune di Capo d'Orlando è:

Località balneare segnalata con due vele nella Guida Blu di Legambiente

Il Comune di Capo d'Orlando fa parte di:

Regione Agraria n. 8 - Colline litoranee di Patti

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