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Mercoledì 8 Maggio 2024

Roccella Valdemone

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Indirizzo: Via Umberto, 30 – 98030 Roccella Valdemone (ME)

Telefono centralino0942.965007- Fax Municipio:0942.965330

Stato: Italia

Regione: Sicilia

Provincia: Messina

Zona: Italia Insulare

Latitudine:37° 56' 4''N

Longitudine: 15° 0' 38''E

Altitudine: 812 m s.l.m.

Superficie: m². 41.339.480

Perimetro comunale: m. 33.069

Comuni limitrofi: Castiglione di Sicilia (CT), Malvagna, Mojo Alcantara, Montalbano Elicona, Randazzo (CT), Santa Domenica Vittoria

Frazioni e Contrade, in cui tutt'oggi è suddiviso il territorio sono: a nord Cassanita, Masinaro, Nocerazzo, Perino, Pillera e Revocato; a sud Bonvassallo (in cui a differenza delle altre esiste ancora la borgata), Germanà, Pecoraro, S. Giovanni; a est Daniele; a ovest Pietrorizzo, Lanzarite.

Abitanti: 842

Densità: 21 ab./km²

Nome di Abitanti: Roccellesi

 

Sito Internet:  www.comune.roccellavaldemone.me.it

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Codice Fiscale: 01277110837

Codice Istat: 083074

Codice Catasto: H455

Santo Patrono: San Nicolò di Bari

Giorno festivo:

Descrizione Araldica dello Stemma: Un braccio armato che tiene una spada,

Decreti: D.P.R. del 10 febbraio 1986

Disegnato da Massimo Ghirardi

Da vedere:

Duomo di San Nicolò di Bari, nella pizza principale del paese, costruito attorno al 1400 chiamata "A Matrici". L'interno è di stile romanico: tre navate con transetto, tre absidi rettangolari, dodici colonne monolitiche, soffitto ligneo.

Sul lato sinistro dell'altare è stato posto il quadro marmoreo raffigurante la Natività di Gesù, commissionata nel 1526 ad Antonello Gagini, eseguita in gran parte dallo stesso, ma completata dal figlio Giacomo.

Vari cultori considerano questo tempio come uno dei più armoniosi edifici religiosi esistenti nella diocesi di Messina, sia per l’eleganza architettonica che per le opere d’arte che in esso racchiude.

La chiesa di stile rinascimentale, nella forma che oggi si ammira, mostra architettonicamente le caratteristiche peculiari del rinascimento italiano.

L’ odierno edificio a croce latina, con tre navate e transetto, si sviluppa con l’asse longitudinale da est verso ovest con la facciata rivolta al tramonto al sole. Lo sviluppo planimetrico della chiesa occupa al lordo complessivamente mq 730 di superficie.

La navata centrale è delimitata da dodici colonne, di cui otto monolitiche in pietra arenaria e quattro in blocchi sovrapposti di pietra calcarea. Le colonne sono sormontate da un capitello corinzio, ricco di foglie di acanto e figure allegoriche.

Sulle colonne poggiano degli archi a tutto sesto in arenaria e con un concio diverso da arco ad arco. La facciata, con alla base un’ampia gradinata, è caratterizzata da tre portali, sormontate da finestre, in corrispondenza delle tre navate.

A sinistra il campanile, che alla sommità della guglia centrale raggiunge m. 28 di altezza, mentre sulla navata destra si apre la sagrestia, con sovrastante una salette per riunioni.

Nel paese per lungo tempo risuonarono le campane azionate manualmente con le corde, nel 1969 invece venne installato un orologio elettromeccanico e per venire incontro alle esigenze delle persone che lavoravano nei campi, venne aggiunta una sirena. Nella sacrestia venne installato un elettrocomando per l’azionamento a distanza delle campane.

Nel 1978, venne realizzata la vetrata a colori in corrispondenza del portale principale della chiesa. Vi è raffigurata a colori la figura del Vescovo di Bari.

Gli ultimi lavori di manutenzione straordinaria della Matrice riguardano il rifacimento degli intonaci interni ed esterni, il rifacimento della pavimentazione con impiego di cotto siciliano, l’eliminazione di dieci altari dalle navate laterali e la sostituzione dei vetri delle finestre laterali e di quelle dell’abside.

E’ stato acquistato un moderno altare coram populo avente per basamento un capitello corinzio in marmo grigio bardiglio. Al centro dell’ abside principale è stato collocato un crocifisso ligneo, dipinto ad olio con bordo dorato in oro zecchino, riproducente il crocifisso di Cimabue

Anche il crocifisso ligneo, risalente al XVII secolo, nell’ omonima cappella, è stato ricollocato su una nuova croce in legno di rovere. Le navate laterali ospitano otto pregevoli tele di autori ignoti del seicento e del settecento.

La navata destra della Matrice ospita un bassorilievo marmoreo dei Gagini. Dai documenti notarili rileviamo che il bassorilievo venne commissionato dal barone Giovanni Michele Spadafora.

Nella parte centrale del quadro marmoreo si possono ammirare: Gesù, Maria, Giuseppe e i pastori, gli Angeli e in alto S. Nicolò Vescovo e S. Giovanni Battista.

Nella parte inferiore si nota lo stemma della famiglia Spadafora. Nella parte superiore Dio che tiene il mondo e lo benedice.

Chiesa Santa Maria dell'Udienza, costruita dagli Spadafora in essa si venera una grande statua marmorea Santa Maria Dell'Udienza che tiene in braccio Gesù Bambino. L'opera è attribuita ad Antonello Gagini.

Nella spianata del castello baronale sorge la chiesa di S. Maria a croce latina con una sola navata e transetto. La chiesa è coeva alla costruzione del castello. Anche la sagoma del campanile mostra segni dell’ impronta arabo-normanna.

Fra il campanile ed il lato sud del transetto c’è un corpo di fabbrica che ospita un primo vano adibito a sagrestia, un secondo vano, senza apertura, destinato alla sepoltura, un ultimo ambiente per accedere al campanile.

La facciata della chiesa mostra un portale in pietra arenaria con capitelli in stile corinzio.

La chiesa all’inizio del sedicesimo secolo è stata arricchita con la presenza della statua della Madonna dell’ Udienza collocata in una edicola addossata alla parete dell’ abside principale.

Nel campanile c’è un vecchio orologio a congegno meccanico, non ancora smantellato, con contrappesi che scorrevano per tutta l’altezza del campanile, dalla sommità fino ad una profonda buca interrata.

Interventi di manutenzione si sono susseguiti costantemente nei vari secoli, è stato collocato un nuovo portone all’ ingresso principale ed è stato rifatto l’ intonaco interno ed esterno.

Chiesa del Carmine eretta verso la fine del XVIII secolo per volere del Sac. Luigi Genovese. Situata all’inizio dell’abitato per chi giunge a Roccella Valdemone provenendo da Mojo Alcantara.

La chiesa costituisce un punto nodale a ridosso del quale venne organizzato in modo provvisorio nel 1887 il cimitero comunale, sempre ampliato e meglio sistemato nel corso dei decenni successivi.

All’ interno della chiesa si venera la statua della Beata Vergine del Carmelo. In catasto al foglio XXVII la chiesa viene indicata con la lettera A, in tempi recenti la chiesa è stata oggetto di manutenzione ordinaria e straordinaria

Chiesa del Calvario Costruita sulla sommità dell’ omonima roccia, conserva al suo interno un antico quadro della Deposizione con autore e periodo ignoto.

Non si hanno notizie sull’origine. L’edificio di mq. 23 nel catasto terreni al foglio XVI è indicato con la lettera A e non è stata mai censita all’ urbano.

Per molto tempo durante i venerdì del mese di Settembre si soleva celebrare la santa messa in questa chiesa. Vicino alla chiesa sorgevano le forche di feudale memoria.

Palazzo Spadafora, in piazza Duomo di fronte alla Chiesa Matrice. Al centro della porta c’è ancora lo stemma inciso con la data 1810. Attualmente il palazzo è abitazioni privata.

Festa Patronale:

Processione Maria SS. dell' Udienza

Si svolge nei giorni di Ferragosto, la statua, raffigurante la Vergine Maria con il Bambino Gesù in braccio che abitualmente risiede nella Chiesa di S. Maria dell'Udienza, la mattina del 14 agosto viene trasferita nella Chiesa Matrice, portata a spalla con una rudimentale portantina, chiamata "baiardu", del peso di 7 quintali che vanno ad aggiungersi agli abituali 7 del fercolo.

Emozionante l'uscita del fercolo sopra il baiardu attraverso la porta principale della Chiesa: gli uomini sono costretti ad abbassare quasi fino a terra 14 quintali di peso, costituiti dal fercolo e dal baiardu, per riportarli subito dopo ad altezza di spalla al grido " e chiamamela, chi n'aiuta! Evviva la Vergine Maria ".

All' uscita della statua, subito dopo il grido, la gente che sosta sul sagrato aveva l'abitudine di inginocchiarsi, ma ora questa tradizione va scomparendo.

Il 15, nel tardo pomeriggio, la sacra immagine va in processione per la via principale del paese, durante il giro, quando giungono davanti alla Chiesa del Carmine, situata vicino al Cimitero e dedicata alla Madonna del Carmelo, i portatori accostano uno degli assi del baiardu per tre volte alla porta della Chiesa "A Madonna saluta a so soru", cioè in segno di saluto secondo la credenza popolare della Vergine Maria alla sorella, appunto la Madonna del Carmelo.

Quindi, prima di rientra in chiesa, la statua sosta nella piazza Duomo, per accordare udienza ai suoi figli. Qui i genitori presentano soprattutto i bambini piccoli e i neonati alla Madonna facendo baciare ai primi la statua e accostandovi la guancia dei secondi e offrendo qualche dono. Il 16 pomeriggio il fercolo viene riportato nella Chiesa di S. Maria dell'Udienza.

Cornice della processione di ferragosto sono una serie di manifestazioni a carattere culturale e ricreative promosse soprattutto per questi giorni ma che si svolgono anche lungo l'arco del mese

Eventi Culturali:.

Il Presepe Vivente realizzato da alcuni anni da un gruppo di volontari.

Il luogo prescelto è il centro storico medievale formato da case piccole e stradine tortuose che convogliano nel quartiere baglittu.

Lungo il percorso, gli artigiani ripropongono i mestieri scomparsi, troviamo la filatrice che con il fuso fila la lana, la venditrice di caldarroste, delle ragazze che preparano i fichi secchi ripieni di noci e li offrono ai visitatori, continuando si incontra la bottega del falegname, la taverna, la bottega del vino, la massaia che prepara il forno per cuocere l'impasto preparato cu crescenti, l'ovile dove il pecoraio, dopo aver munto il latte, lo trasforma in ricotta.

In un stalla troviamo il bambino Gesù, Maria e San Giuseppe.

Tra i numerosi personaggi troviamo anche i soldati romani ed i re magi.

Si degustano prodotti locali: pane, vino, formaggio, olive, ricotta, provola etc.

Questa rievocazione oltre ad avere un significato religioso, serve a recuperare le tradizioni popolari

Eventi Gastronomici:

Eventi sportivi:

Curiosità:

Mercati e mostre:

Risorse:

Le attività economiche prevalenti del territorio sono costituite dall'agricoltura, i cui prodotti principali sono i cereali, le olive e l'uva e l'allevamento bovino, ovino e suino.

Presente, anche se di minore rilevanza, è l'attività artigianale, soprattutto nei settori della lavorazione del legno e del ferro.

Centri culturali:

Numeri Utili:

Farmacia Todaro Rosario Farmacia, Via Amedeo 34 - tel: 0942 965125

Siti nel Comune:

www.ipaesaggi.it

www.vallealkantara.it

Impianti sportivi:

Strutture Ricettive:

Il Parco Za Draga

In località rocca Za Draga si è realizzato un parco suburbano, per sfruttare le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del luogo, ed anche per dare un' occasione di sviluppo socio-economico.

Il parco racchiude un territorio di 20,5 Ha che da quota 720 metri s.l.m.  raggiunge i 900 m. ( Pizzo Nigio ), da dove di gode la vista dell' Etna, dei paesi appollaiati ai suoi piedi, del fiume Alcantara.

Il tutto è recintato con pali di castagno.

L' entrata si trova sulla parte bassa della statale Moio-Roccella, adiacaeante. troviamo un ampio parcheggio per auto e pullman.

A quota 800 m. vi sono i giochi per i bambini: scivoli, dondoli, altalene, casette e tavoli di legno; due campi per giocare a bocce, panche a spalliera per il pic.nic.

A quota 780 m. dopo aver sistemato il terreno a terrazza, verrà creato un giardino botanico.

Un'altra parte è destinata ad albereto ( salice, olmo, quercia, pioppio, castagno etc. ), ed un'altra ad albereto agrario( melograno, pesco, susino, olivo, mandorlo, etc. ).

I collegamenti avverranno tramite una strada  pavimentata con lastre di pietra a faccia vista,e sentieri in terra battuta.

La parte superiore a quota 780 m. verrà utilizzata per escursioni e passeggiate a cavallo. Troviamo una stalla di 4 locali e 8 posti per cavalli.

Guide locali saranno a disposizione degli escursionisti.  

 Personaggi Illustri:

Come si arriva:

In Treno: Stazione di riferimento: Moio-Alcantara-Malvagna. Distanza dal centro: 3 chilometri)

In auto: Strade StataliRoccella Valdemone è nelle vicinanze dellastrada statale 116che collega Capo d'Orlando con Randazzo (Ct) e dellastrada statale 185che mette in collegamento S. Biagio con Giardini Naxos.

Cenni storici:

L'abitato di Roccella Valdemone sorge nei pressi delle propaggini occidentali dei Peloritani meridionali e al confine con siffatta catena montuosa e la porzione orientale dei Nebrodi.

Probabilmente il paese prende il nome dalla imponente presenza di due rocche, settentrionale e meridionale, le quali dominano l'abitato, donando rispettivamente allo stesso l'aspetto suggestivo di un'enorme fortezza.

Sulle origini di Roccella i resoconti della storia sembrano indugiare poco: in realtà si sconosce la possibile presenza di un insediamento in questi luoghi prima del 1112 d. C., anno in cui si data un diploma del re normanno Guglielmo II il buono, indirizzato ad un abate Ilarione e nel quale trovasi la conferma di un atto di donazione operato dalla contessa Adelaide e inerente luoghi, nei quali sarebbe sorto un monastero dedicato a S. Nicola di Pellera.

Si ritiene che con buona probabilità siffatto monastero sorgesse nei pressi dell'attuale abitato di Roccella Valdemone, la cui matrice è attualmente intitolata per l'appunto a S. Nicola, e in tempi certamente antecedenti al 1112 d.C.

Il suddetto monastero di S. Nicola di Pellera divenne grangia o dipendenza del monastero del S. Salvatore di Messina nell'anno 1130 d.C. e nell'ottobre del 1144 un atto pubblico del re normanno definì con esattezza i confini di questo istituto religioso della Val Demone oltre a renderlo a sua volta detentore delle grange di S. Andrea di Mazzarrà e S. Nicola de Petra, con terra e mulino in contrada Maniace.

Poche altre notizie illuminano sul passato del monastero: un documento del febbraio 1141 ricorda l'esistenza di un certo Leonzio sacerdote, che si sottoscrive "Leontios ieromonazon o tes Pallas"; si apprende come già durante la metà del XVI secolo questa istituzione religiosa e le relative grange fossero in rovina, "destructum et desolatum".

Non si apprende nient'altro sulle antiche origini dell'insediamento di Roccella Valdemone. Possibilmente il monastero avrà svolto anche funzioni di accentramento dell'abitato sparso nelle campagne, favorendo la nascita di un borgo, della cui conformazione ed estensione non si conosce nulla.

Con la certezza delle fonti si apprende l'esistenza di un castello, edificato sulla sommità della rocca piccola e completamente in rovina agli inizi del XVIII secolo.

Forse le origini di questa struttura fortificata furono di poco successive a quelle del monastero, sebbene non sia possibile stabilire quale tipo di relazione esistesse tra la l'edificio sacro e quello militare e tra entrambi e il possibile abitato.

Si è comunque certi che la storia ha ancora tanto da raccontare sul paese di Roccella Valdemone, abitato fra i più suggestivi di Sicilia

Inoltre essendo collocata ai confini del Parco dei Monti Nebrodi e' punto di partenza per numerosi trekkings che conducono su pizzo Castelluzzo da dove si domina tutta la Valle, al bosco di Malabotta e alle cascate dell'Angara dei Piristeria monte del paese

Etimologia (origine del nome)

La prima parte deriva da Rocca con l'aggiunta del diminutivo - ellus.

La seconda parte, Valdemone, è un composto dell'arabo wayla (vallis in latino), che significa governo, provincia, ed una seconda che non è ancora ben identificata.

 Il Comune di Roccella Valdemone fa parte di:

Regione Agraria n. 3 - Alto Fantina e Alto Mela

Parco Fluviale dell'Alcantara

Patto Territoriale Valle dell'Alcantara

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