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Venerdì 26 Aprile 2024

Roccalumera

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 Indirizzo: Via Nazionale - 98027 Roccalumera (ME)

Telefono centralino: 0942.744793 - Fax Municipio: 0942.745104

Stato: Italia

Regione: Sicilia

Provincia: Messina

Zona: Italia Insulare

Latitudine: 37° 58' 38,28'' N

Longitudine: 15° 23' 45,60'' E

Altitudine: 7 m s.l.m.

Superficie: 8,91 km²

Perimetro comunale:

Comuni limitrofi: Fiumedinisi,Nizza di Sicilia, Mandanici, Furci Siculo ePagliara

Frazioni: Allume, Sciglio

Quartieri e Località: Ficara, Baglio, Putioli, Contrisa, Galluffi, Cillia, Turco

Abitanti: 4.252 (30-11-2011)

Densità: 484,83 ab./km²

Nome di Abitanti: Roccalumeresi 

Sito Internet:   www.comune.roccalumera.me.it

@:  protocollo@pec.comune.roccalumera.me.it

Codice Fiscale: 00145100830

Codice Istat: 083072

Codice Catasto: H418 

Santo Patrono: S. Antonio

Giorno festivo:13 giugno 

Descrizione Araldica dello Stemma:

Interzato in palo: a) troncato: il primo d'argento e a cinque gigli d'azzurro disposti 1, 2, 2; il secondo d'oro ad un palo ritirato e scorciato d'argento a due bande di nero e accostato da sei torri di rosso ordinate 2, 2, 2; il secondo interzato in fascia: a) partito: il primo d'oro a due torri di rosso ordinate in palo; il secondo a quattro triangoli, due d'argento e due palati d'oro e di rosso; b) d'azzurro a tre gigli d'oro disposti 2,1; c) d'argento a cinque gigli di nero disposti 2, 1, 2; il terzo d'oro bisantato d'azzurro (1, 2, 2, 1). Ornamenti esteriori da Comune

Blasonatura del Gonfalone

Drappo di bianco riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento: Comune di Roccalumera.

Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto bianco con bullette argentate poste a spirale.

Nella freccia sarà rappresentato lo stessa del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento

Caratteristiche Stemma

Partizione del Campo: Interzato, Partito, Troncato

Simboli: Giglio, Torre

Colori: Argento, Azzurro, Nero, Oro, Rosso

Decreti:

Da vedere:

Santuario di Sant'Antonio da Padova (secolo XIX).

È gestito dalle suore Cappuccine del Sacro Cuore.

Chiesa Matrice Santa Maria della Catena.

La prima edificazione risale al 1893, venne ricostruita ed ingrandita nel 1932, presenta un impianto a croce latina; sulla sinistra si trova un altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù, sulla destra è possibile ammirare un dipinto che raffigura santa Teresa del Bambino Gesù, il soffitto a cassettoni è decorato al centro con dei rosoni.

Chiesa Santa Maria del Carmelo.

Edificata nel 1938. L'interno è a tre navate delimitate da colonne, l’altare è in marmo rosa con quattro colonne laterali più grandi e quattro più piccole al centro con capitelli in stile corinzio.

Sulla sommità dell'altare, ai lati, sono scolpiti due angioletti in marmo, nella navata di sinistra si trova un grande crocifisso in legno di rinomato valore Lungo tutte le pareti si possono ammirare i dipinti raffiguranti la Via Crucis.

Chiesa del Santissimo Crocifisso.

Ubicata nel cuore del quartiere Baglio e dipende dalla parrocchia di Santa Maria della Catena.

Risale al 1740 circa e conserva al suo interno un prezioso crocifisso ligneo ed un pregevole altare intarsiato in marmo.

Adiacente alla chiesa, è situata la villa dello scienziato Stanislao Cannizzaro; un tempo la chiesa era annessa alla villa come cappella privata.

Chiesa Madre della frazione Allume Santa Maria del Rosario.

Risale al XVII secolo ed è un pregevole esempio di Barocco Siciliano. L'edificio sacro subì gravi danni a causa del Terremoto del 1783; di conseguenza, venne ricostruito nel 1830 su iniziativa dell'Arciprete Don Pietro Nicola De Luca (1768-1845).

Al suo interno si conservano numerose opere pittoriche e scultoree di indubbio interesse storico e artistico.

Chiesa di San Michele Arcangelo.

Antichissima chiesa di stile bizantino, edificata verso il secolo XII. Si trova nella frazione Allume, in posizione estremamente panoramica.

È a navata unica con volta a botte; pregevole risulta l'abside e la facciata. È stata restaurata nel 2002.

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano nella frazione Sciglio (secolo XVIII).

Casa di Salvatore Quasimodo.

Parco letterario "Salvatore Quasimodo", ubicato nella stazione ferroviaria.

Torre Ficara (secolo XII). Antica torre di avvistamento e di guardia, risalente, con molta probabilità agli inizi del Quattrocento; anche se non mancano gli storici che collocano la sua costruzione al secolo XII.

Faceva parte del sistema difensivo delle Torri costiere della Sicilia ed era in costante contatto con il Castello di Pentefur a Savoca.

Fungeva anche da rifugio per gli abitanti della zona in caso di incursione dei pirati.

1578 la Torre Ficara presentava un tetto conico, due lucernari sulla parte superiore, una porticina d'ingresso al di sopra della zoccolatura e, di fianco, alla stalla dei cavalli, visibile ancora oggi.

Venuto meno il pericolo dei pirati, agli inizi del XIX secolo, l'edificio divenne "Torre Telegrafo", mettendo in comunicazione il paese di Roccalumera con Barcellona Pozzo di Gotto.

1830 furono aperte, nella parte superiore, due finestre a sesto acuto in pietra bianca; il tetto venne impreziosito con una notevole merlatura guelfa che fungeva da terrazzo.

La “Torre Ficara” è divenuta nel tempo il simbolo di Roccalumera. Salvatore Quasimodo le fu particolarmente legato, dedicandole la poesia “Vicino ad una Torre Saracena per il fratello morto”, riprodotta su una lapide di marmo posta alla base della torre.

Antica Filanda (secolo XIX).

Ci fu un tempo che la riviera ionica messinese era rinomata per la produzione di seta, ma dopo l'unità d'Italia, con l'avvento della coltivazione del limone, la produzione di seta andò man mano scemando, finchè negli anni 1930-40 cessò completamente di esistere.

A Roccalumera ancor oggi esiste una filanda, realizzata ai primi del '900 ed è questo l'unico manufatto edilizio, adibito alla produzione della seta, rimasto in tutta la Sicilia.

Alla filanda si accede sia dalla Via Marina che dalla Via Nazionale, essa misura circa 400 mq ed è a due piani con copertura a tetto.

Ancora oggi è ben visibile la caratteristica ciminiera in mattoni.

Il piano terra, con i caratteristici archi a tutto sesto in mattoni, era adibito a deposito, mentre il primo piano, era destinato alla lavorazione vera e propria della cena, è caratterizzato da continue e ampie finestre che da due lati si affacciano su un balconcino.

La copertura, come dicevamo, è a tetto, ed è in legno con capriate su cui poggiano le tegole in coppo siciliano.

La filanda, che era a 32 bacinelle, costituiva 16 posti di lavoro ed ogni posto era formato da due bacinelle in rame di forma circolare, riscaldate a vapore, e rimase attiva fino al 1935.

Vi lavoravano complessivamente circa 90 operai.

Nel 1944 venne rimessa in funzione, per circa otto mesi, dall'esercito inglese che vi producevano la seta grezza per i loro paracadutisti; in tale occasione venne ridotta di altezza la ciminiera.

Purtroppo niente è rimasto degli originali macchinari che servivano per la produzione della seta.

Al piano primo vi sono ancora le "pannarole", strutture in legno che servivano a stendere su dei "cannizzi" fatte di canne e vimini, i bozzoli ad asciugare, dopo avere subito la "macerazione", processo che serviva ad ammorbidire i bozzoli, che venivano appunto immersi nelle 32 bacinelle di cui dicevamo prima.

Il secondo progetto di lavorazione era la "scopinatura" - ovvero la spazzolatura dei bozzoli per esternarne i capifila dalle bave, posti all'esterno, dopo di chè avveniva la "trattura" cioè unire e saldare i vari fili di seta per farne uno solo, a questo punto il lungo filato ottenuto veniva raccolto con l'aspo. La seta grezza ottenuta era così pronta per essere tessuta al telaio.

L'unico attrezzo rimasto è un caratteristico bilico (bilancia) con cui si pesava la seta prodotta.

Nel 1993 la filanda a vapore di Roccalumera venne vincolata, come bene etno-antropologico, dalla Sovrintendenza ai BB CC AA di Messina con decreto n° 6969 e grazie ad un finanziamento è stato effettuato il recupero architettonico e funzionale che prevede il restauro ed il consolidamento statico della ciminiera.

Il piano terra è adibito ad esposizioni temporanee una parte come "museo di se stessa" con un piccolo presidio multimediale.

Il piano primo adibito a sala convegni di circa 300 mq.

Oggi la Riviera Jonica Messinese vanta una struttura unica nel suo genere in cui cultura e tradizioni si incontrano, una struttura viva che accoglie numerosi eventi e li trasforma in momenti magici.

 Feste Patronale:

S. Antonio, 13 giugno

Madonna del Carmelo 16 luglio (con Processione sul mare)

Madonna della Catena, prima domenica di settembre

Madonna del rosario, prima domenica di ottobre (Allume)

SS. Cosma e Damiano (Sciglio), si inizia il venerdì precedente la penultima domenica di settembre, con il novenario, quando il simulacro dei due Santi Medici viene trasferito dalla nicchia dove viene custodito per tutto l'anno, e posto alla destra del presbiterio.

Tutte le sere si svolge il novenario di preparazione, il giovedì precedente l'ultima domenica di settembre il Simulacro dei Santi Cosma e Damiano viene condotto processionalmente in Piazza dei Caduti, dove sosta per l'intera notte e per il giorno seguente, per consentire a persone disabili di poter venerare i due Santi, quindi dopo una solenne celebrazione con amministrazione del sacramento dell'unzione degli infermi il simulacro viene riportato in Chiesa con una fiaccolata. 
Il culmine dei festeggiamenti l'ultima domenica di settembre, quando il paese fin dalle prime ore del mattino pullula di pellegrini, che partecipano alle funzioni liturgiche, che si svolgono ininterrottamente fin dalle 5.00 del mattino, ad ogni ora; alle 11 viene celebrata la Messa Solenne. In serata si svolge la processione del simulacro dei Santi protettori per le vie del paese, molto toccante è il rientro in Chiesa. I festeggiamenti si chiudono a mezzanotte dai tradizionali fuochi artificiali.

Eventi Culturali:

Estate Roccalumerese

Festival Internazionale del Folclore (agosto)

Sagra del Verdello - Premio Nazionale “La Zagara d’oro” (agosto)

Questo avvenimento riveste notevole importanza per il ritorno d’immagine rappresentato dalla conoscenza e diffusione di un prodotto tipico locale, il limone “verdello”, che è una produzione di Roccalumera e che si ottiene mediante un procedimento particolare. 

Nell’ambito della manifestazione, viene consegnato “La zagara d’oro” ad un personaggio che si è contraddistinto in campo nazionale.

Eventi Gastronomici:

Sacra del pane caldo “Cunzato” agosto a cura dell’Associazione Baglio Ficara.

Eventi sportivi:

Curiosità:

Mercati e mostre:

Risorse:

Prevalenza del settore terziario e secondario

Pesca amatoriale

Agricoltura , allevamento a conduzione familiare

Centri culturali:

Parco Letterario "S. Quasimodo"

Antica filanda

Centro sociale

Numeri Utili:

Guardia Medica tel. 0942 746233

Siti nel Comune:

http://www.pippolombardo.it

http://www.parcoquasimodo.it

http://www.villasanleonardo.com/it/index.htm

http://web.tiscali.it/contedantares/

http://www.hotellapiramide.com/

http://icroccalumera.it/

http://www.mainpalacehotel.com/

Impianti sportivi:

Campo di calcio

Centro Sportivo Polifunzionale

Strutture Ricettive:

Main Palace Hotel Via Cristoforo Colombo

Hotel la Piramide

Trattoria Conte d’Antares

Ristorante Villa  S. Leonardo

Personaggi Illustri:

Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968) è stato un poeta italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo, ha contribuito alla traduzione di testi classici e soprattutto dei lirici greci, è stato vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1959.

Come si arriva:

In Auto: Autostrada A 18 Catania-Messina uscire allo svincolo per Roccalumera. A questo punto vi basterà prestare attenzione alle indicazioni presenti lungo il percorso per raggiungere il centro.

In Treno: Stazione FFSS Roccalumera - Mandanici.

In Aereo: Aeroporto Fontanarossa di Catania ma vi sarà possibile arrivare anche a da Reggio Calabria.

Cenni storici:

Per tutto il Medioevo, e fino al XVII secolo, il territorio di Roccalumera era diviso tra le due baronie di Savoca e di Fiumedinisi.

Più precisamente: la zona meridionale del paese (fino al Piccolo Torrente Pagliara) apparteneva a Savoca, tutto il resto, comprese le borgate di Allume e Sciglio erano sotto la giurisdizione politico-amministrativa di Fiumedinisi.

Nel 1540, Re Carlo V concesse al Viceré di Sicilia, don Ferdinando Gonzaga, quale ricompensa per essersi distinto nella battaglia di Tunisi, le miniere vicino al bosco di San Michele, allora facente parte della Baronia di Fiumedinisi.

Nella parte meridionale del paese si trovava(e si trova) la Torre Ficara (detta anche Zi Paola), inserita nel complesso di fortificazioni alle quali faceva capo il castello di Pentefur di Savoca.

Nel 1606, le miniere di Ferdinando Gonzaga vennero acquistate dalla famiglia La Rocca, che verso il 1610, ottenne il permesso di popolare quelle terre.

1611 Giovanni La Rocca sposò Isabella Lanza Abbate, vedova Barone di Fiumedinisi Antonino Romano Colonna Statella, che gli portò in dote il bosco di San Michele; Giovanni La Rocca, allora, riunì sotto la sua giurisdizione il territorio del bosco di San Michele con quello delle miniere che già possedeva, formando il primo nucleo dell'odierna Roccalumera.

Il toponimo Roccalumera deriva da Rocca e Alumeriae cioè Rocca dell'Allume, Rocca dal nome del proprietario, Allume, per indicare le importanti miniere.

Il primo nucleo dell'odierno abitato era dunque la borgata di Allume, che tuttavia esisteva già prima del 1610, essendo presente nell'abitato una chiesa in stile bizantino dedicata a San Michele Arcangelo (probabilmente risalente al 1100/1200).

Nel 1530 risultano esistere ad Allume ben 115 case, di conseguenza è facile ipotizzare che in quel periodo ivi dimorassero almeno 350/400 abitanti.

Possiamo ben dire che questo piccolo borgo traeva il suo sostentamento dalla produzione mineraria, ma anche da agricoltura, allevamento e pastorizia.

Oltre alla medioevale chiesa di San Michele, degna di nota è la Chiesa di Santa Maria del Rosario, edificata nel Seicento, chiesa Matrice e Arcipretale; danneggiata dal terremoto del 1783, venne ricostruita nel 1830 ad opera del Rev. Arciprete don Pietro Nicola De Luca (1768-1845), il quale recuperò quanto la furia del terremoto aveva risparmiato.

Nel periodo che va dal 1613 al 1816, la Terra di Rocca Alumarie fu un marchesato, sottoposto al mero e misto imperio della famiglia La Rocca, incastonato tra la Terra di Savoca a sud e la Baronia di Fiumedinisi a nord.

In occasione della Rivolta antispagnola di Messina del 1674/1678, il paese di Rocca Alumarie venne posto sotto la supremazia militare di Savoca, pur rimanendo sempre in possesso della Famiglia La Rocca.

Nel 1695, il paese di Pagliara, emancipandosi dalla Terra di Savoca, acquistava la piena autonomia amministrativa, sicché nel suo territorio vennero inserite le borgate rivierasche di Botteghelle, Palma, San Niccolò e Calleggiche costituirono la cosiddetta "Marina di Pagliara".

Nel 1816, con l'abolizione del feudalesimo, il Marchesato di Rocca Alumarie divenne il comune di Roccalumera, inserito nel Circondario di Alì, facente parte del Distretto di Castroreale.

Successivamente, nel 1851, mediante Regio Decreto di re Ferdinando II di Borbone, viene istituito il novello comune autonomo di San Ferdinando (oggi Nizza di Sicilia) al quale vennero assegnati: le borgate di San Giovanni e di Ciumareddu, appartenenti alla Marina di Fiumedinisi ed i territori della Marina di Roccalumera.

Il comune di Roccalumera vide ridursi la propria estensione territoriale, solo poco tempo dopo, però, nel settembre 1851, sempre con Regio Decreto di re Ferdinando II, si dispose che le borgate di Botteghelle, Palma, San Niccolò e Calleggi, appartenenti al comune di Pagliara venissero assegnate a Roccalumera che così veniva "ripagata" per le consistenti rinunce territoriali subite a favore di San Ferdinando.

Lo stesso R.D. del 1851, dispose, altresì, che la sede municipale di Roccalumera venisse trasferita da Allume alla borgata rivierasca di Botteghelle.

Fu allora che Roccalumera assunse i confini che tuttora, grossomodo, ancora conserva; essendo ricompresa tra il Torrente Pagliara ed il Torrente Allume.

Fu dunque a partire dal 1851 che si ebbe un grande incremento edilizio sul litorale, precisamente sulla vecchia trazzera che collegava Messina a Catania (l'attuale S.S. 114, detta anche Corso Umberto I).

Molte famiglie aristocratiche di latifondisti provenienti dai paesi collinari circostanti (Pagliara, Locadi, Mandanici, Savoca, Fiumedinisi) si stabilirono lungo il corso principale del paese, edificandovi eleganti e sontuose residenze tuttora visibili; tra queste famiglie si ricordino i Mastroeni, gli Scuderi, gli Argiroffi, i Nicòtina, i Parisi, i De Luca e gli Interdonato.

Insomma, si sviluppò l'abitato entro la conformazione che lo denota a tutt'oggi.

Sorsero chiese, case, palazzi nobiliari e alcuni opifici dediti alla lavorazione della seta e degli agrumi ricavati negli ubertosi agrumeti locali.

Roccalumera (come la vicina Santa Teresa di Riva) divenne un importante centro agricolo, artigianale ed commerciale.

Tra il 1880 ed il 1914, il limitrofo comune di Pagliara risulta soppresso e inglobato a quello di Roccalumera.

Durante il regime fascista, il limitrofo comune di Nizza di Sicilia venne soppresso con R.D. 655/1929 ed accorpato a Roccalumera.

Nel 1948 la Regione Siciliana con la legge n. 42 separò nuovamente i due comuni stabilendo definitivamente i confini attuali.

Roccalumera sin dall’epoca più remota era articolata in quartieri e borghi: Ficara, in cui si erge intatta l'imponenete Torre Saracena nei pressi della chiesa della Madonna della Catena, e Putioli, nei pressi della chiesa della Madonna del Carmelo.

Si distinguono come caratteristici del paese i Bagli: etimologicamente la voce deriva da “baglivo”, un giudice che decideva sulle liti che sorgevano tra proprietari di terre e di animali.

Nel periodo feudale il Baglio era un grande cortile chiuso adibito a mercato ittico-agricolo; il quartiere storico del Baglio con la chiesetta settecentesca del SS. Crocifisso, caratteristico borgo di pescatori, si estende tra la via Mirone e la Via Verdi, un tempo via Consolare Valeria, che attraversava il percorso da Messina a Taormina.

Anfratti tipici di quel tempo costeggiano il borgo, con portoni in legno dalle caratteristiche forme tondeggianti che richiamano antiche tipologie architettoniche, angoli pittoreschi dove sopravvivono ancora oggi gli antichi mestieri del mare.

Inoltre il Comune ha due frazioni:

Poco distante dal mare, sulla sommità di una collina, si trova la piccola frazione di Allume. 

Nucleo abitativo di più antica formazione da cui successivamente è derivato il paese di Roccalumera, si adagia lungo il torrente, addossato alle imponenti colline, sino all’antico borgo di San Michele con la sua chiesa recentemente restaurata.

Un tempo centro di notevole importanza per la presenza di numerose cave, ben visibili dal centro abitato, da cui si estraeva il solfato di alluminio e potassio, utilizzato nell’industria dei coloranti ed in medicina come emostatico e astringente; al centro del paese si erge la Chiesa del Rosario, splendido monumento del barocco siciliano, con un pregevole campanile a forma quadrata in pietra bianca e scura.

All’esterno si conservano dipinti raffiguranti scene apostoliche e, al suo interno, sulla sommità dell’altare, è possibile ammirare un prezioso dipinto raffigurante la Vergine.

Nella parte retrostante le colline di Allume si estende il territorio di Sciglio.

L’origine dell’insediamento urbano risale al XVIII secolo; agli inizi del ‘500 era un bosco di querce e di felci, che, data la vicinanza alle miniere di Allume, veniva utilizzato per la produzione di legna da ardere necessaria per l’estrazione del minerale. Successivamente, nella prima metà del ‘600, nella contrada cosiddetta “Scigliu”, si sviluppò una fiorente attività agricola, legata alle colture di canneti, gelseti e vigneti.

Il territorio, già da diversi decenni, è particolarmente votato all’attività turistica ed alla produzione degli agrumi, in particolare dei limoni: la Valle di Sciglio è immersa nel verde delle colture di agrumi.

Dall’alto domina la chiesa dei Santi Cosma e Damiano.

All’interno è possibile ammirare un pregevole battistero in marmo, sormontato da una copertura in legno, intagliato a forma di croce ed un prezioso dipinto raffigurante la Sacra Famiglia. Sulla cantoria si trova un organo a canne di notevole importanza storica e alla base dell’altare una scultura in legno che raffigura i Santi dell’omonima chiesa.

Etimologia (origine del nome)

Attestato come Rocca Alumera, si riferisce all'antica famiglia Rocca, proprietaria del feudo ed alla vicinanza del paese alle miniere di allume.

 Il Comune di Roccalumera fa parte di:

Regione Agraria n. 6 - Montagna litoranea dei Peloritani

Itinerario enogastronomico Strada del Vino della Provincia di Messina

Comune gemellato:

Pembroke (Malta), dal luglio 2006

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  giuseppegarufi@virgilio.it

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