Ma, a rendere diverso e particolare il presepe vivente, ideato dal gruppo «Pantera Rosa», è stato il dialetto siciliano che, con arcaica musicalità, è riuscito a rendere questa rappresentazione ancora più bella e suggestiva e farne anche, dal punto di vista turistico, il fiore all’occhiello delle riviera jonica. 
Grazie alla regia dell’attore Carlo Barbera e all’impegno costante di Giuseppe Garufi, presidente del club «Pantera Rosa», la natività raccontata in dialetto siciliano, con la rappresentazione degli antichi mestieri, ha assunto un’atmosfera quasi magica e la recitazione intercalata da luci, ombre, canti, effetti speciali, intrecciata in uno scenario di altri tempi, ha dato alla recitazione il sapore di una quotidianità ormai scomparsa, nella quale l’animazione di quasi cento personaggi in continuo movimento, hanno fatto rivivere il meraviglioso miracolo, successo duemila anni fa, che ha segnato la storia di tutti i tempi.
Un evento preparato con cura per settimane, dai personaggi principali alle comparse, scenografi carpentieri, arredatori e costumisti; ognuno si è adoperato affinché la piazza si trasformasse in un paesaggio palestinese, portatore di un grande messaggio di pace, fratellanza e speranza.
Melina Scarcella