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Domenica 28 Aprile 2024

Mojo Alcantara

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Comune di Mojo Alcantara

Indirizzo: Via Torre n° 1 – 98030 Mojo Alcantara (ME)

Telefono centralino: 0942963003 - Fax Municipio: 0942963014

Stato: Italia

Regione: Sicilia

Provincia:Messina

Zona:Italia Insulare

Latitudine: 37° 54' 4''N

Longitudine: 15° 3' 8''E

Altitudine: 535 m s.l.m.

Perimetro: m. 12.092

Superficie: m². 8.643.228

Comuni limitrofi: Castiglione di Sicilia (CT), Malvagna, Roccella Valdemone

Frazioni:

Abitanti:830

Densità: 101 ab./km²

Nome di Abitanti:Moiesi

Sito Internet: www.comune.moioalcantara.me.it

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Codice Fiscale: 87000270832

Codice Istat:083053

Codice Catasto: F277

 

Santo Patrono:S. Giuseppe lavoratore

Giorno festivo:Seconda domenica di maggio

Stemma:

Gonfalone:

Da vedere:

Chiesa Madre dedicata a Maria SS. delle Grazie fu costruita tra la fine dell'800 e i primi anni del '900 per poter accogliere gli innumerevoli pellegrini che ogni anno accorrono per venerare il prezioso Crocifisso ligneo di Frate Umile da Petralia. Al suo interno sono conservate le spoglie dei Migliaccio, ultimi Signorotti del Feudo Lanza.

Chiesa di Gesù e Maria,

Chiesa di S. Antonio

Torre e l'entrata del Palazzo Signorile

 

Festa Patronale:

Seconda domenica di maggio: festa del patrono San Giuseppe

Ultima settimana di settembre: festa del SS. Crocifisso,

Eventi Culturali:.

Eventi Gastronomici:

Sagra delle pesche (Mostra-Mercato dei prodotti tipici della valle) La seconda domenica d'agosto si organizza una festa in cui vengono offerte ai visitatori le pesche preparate in tanti modi: nel vino, gelato, torta, granita, marmellate ecc

Eventi sportivi:

Impianti sportivi:

Campi di Calcio, è' attrezzato per ospitare eventi e manifestazioni di rilievo. Il campo in erba, la razionalità dell'impianto e l'attenta manutenzione, coniugate alla posizione geografica di Mojo (un altipiano sito a 500 m s.l.m.), ne fanno un centro ideale per la preparazione estiva e/o per i ritiri infrasettimanali;

Campo di Tennis;

Campo di Basket e Pallavolo;

Campo di Bocce

Curiosità:

La leggenda raccontava che Frate Umile (artista conosciuto) scolpì' 33 Crocifissi, statue del Signore che sono sparse nelle chiese della Sicilia, della Calabria e di Malta. In effetti, grazie al lungo lavoro di raccolta e di catalogazione svolto da Peppino Guzzardi, Sindaco di Mojo per un lungo periodo a cavallo tra gli anni '50 e gli anni '80, si è arrivati ad attribuirgliene 32 a cui va sommato l'Ecce Homo di Calvaruso.

Ma il lavoro di Guzzardi ha permesso di catalogare almeno altri 10 Crocifissi e due Ecce Homo che, se non proprio di Fra' Umile, sono da attribuire alla sua scuola.

Mercati e mostre:

Mercatino settimanale (tutti i mercoledì)

Fiera del bestiame (ultima settimana di settembre) 

Ormai da tempo immemorabile, si svolge a Mojo l’antica fiera del bestiame, conosciutissima tra gli allevatori siciliani e calabresi come A Fera ‘o Moju”.

La tradizione è tanto radicata che persino i terreni dove si svolge la Fiera sono vincolati, ed i proprietari devono lasciarli liberi da ogni coltivazione entro le 10 del mattino della domenica che precede la settimana fieristica;  l’avvenuta “liberazione” dell’area, denominata Fera franca”, viene salutata con lo sparo di mortaretti e con la presa di possesso da parte degli allevatori che vi conducono il loro bestiame

Risorse:

La vegetazione che c'è attorno a Mojo è la tipica macchia mediterranea. Nelle campagne più alte ci sono uliveti e vigneti, mentre la Piana di Mojo, che è ricca di acqua, è coltivata a ortaggi e, soprattutto, a pesche.

La coltivazione delle pesche rappresenta in questo momento la principale attività economica del paese.

Attiva è anche la pastorizia.

La lavorazione del legno e del ferro battuto costituiscono l'ossatura dell'artigianato locale, un tempo sostenuto anche dalla tessitura del lino e dalla lavorazione della lana, attività, queste, totalmente estinte oggi.

Centri culturali:

Museo della civiltà contadina, grazie alla generosità di tanti cittadini, il Museo mira a custodire e valorizzare quegli arnesi, attrezzi, utensili e arredamenti che venivano costruiti e utilizzati dai nostri antenati nella loro vita di ogni giorno.

Numeri Utili:

Siti nel Comune:

Strutture Ricettive:

Europa Bar, Trattoria, cucina tipica siciliana - Viale Europa - tel. 0942963131

Pasticceria "Alcantara" - via Roma - tel. 0368683386

"Maximilian Bar" - Via Roma 9 - tel. 0942963157

Personaggi Illustri:

Come si arriva:

 

Cenni storici:

E' opinione corrente che il territorio della bassa Valle dell'Alcantara abbia avuto origine proprio da Mojo. Circa mille anni prima della nascita di Cristo, infatti, la colata lavica eruttata dal cratere del Monte Mojo avrebbe seguito il percorso del fiume fino a tuffarsi nel Mar jonio formando la penisola di Capo Schisò, oggi culla di Giardini Naxos. Proprio per questo motivo i Comuni compresi nel territorio tra Mojo Alcantara e Giardini Naxos poggiano su di un solidissimo substrato lavico.
Il fiume Alcantara e la sua valle vantano una lunga storia. Il primo a parlarne, nel V secolo a.C., è lo storico greco Tucidide, che in una sua opera accenna al fatto che la cittadina di Naxos si trovava alla foce del fiume Achesines o Assinos, il cui significato è "fiume salutare". Sotto la dominazione araba, il nome "Achesines" venne cambiato in "Al Qantarah", ossia "Il Ponte", con riferimento a quello in pietra lavica costruito dai romani nell'età imperiale e di cui oggi non rimane più traccia; non a caso, anche in Portogallo vi è una località denominata Alcantara che ospita anch'essa un ponte a sei arcate fatto costruire dall'imperatore romano Traiano. Prima che Achesines o Assinos, comunque, il fiume Alcantara si chiamava "Onòbala", ossia "fiume dovizioso", con riferimento alla vasta gamma di specie ittiche che lo popolavano.

Il fiume Alcantara costeggia le pendici settentrionali dell'Etna e nasce sopra Randazzo, da una sorgente denominata "Saliciazzo" sita a 1250 metri di altezza, per poi sfociare, dopo 48 chilometri, nel mare jonio a sud di Giardini Naxos. Sulla sua navigabilità, i pareri di storici e studiosi sono alquanto discordanti.

Fino all'VIII secolo a.C., allorché i navigatori greci occuparono il territorio dell'odierna Giardini Naxos, la Valle del fiume Alcantara, ed in particolare la zona della foce, era abitata dai Sìculi. Resti di necropoli e di capanne del Neolitico nonché cocci dell'Età del Bronzo testimoniano, comunque, che la zona fu abitata anche in età preistorica.

Tra le vicende storiche più rilevanti che hanno avuto come teatro la Valle dell'Alcantara ricordiamo, in particolare, la battaglia contro i messinesi che, attratti dalla ricchezza ed ubertosità della zona, avrebbero voluto conquistarla, ma in realtà andarono incontro ad una cocente sconfitta inflitta loro dai Siculi, i quali seppero sfruttare strategicamente le trappole naturali offerte dalla particolare conformazione delle colline delle zone interne; il passaggio nel 36 a.C. dell'esercito di Ottaviano che, sconfitto in una battaglia navale dalle truppe di Sesto Pompeo, raggiunse a piedi la roccaforte di Tindari attraverso le montane di contrada Mandrazzi; ed, infine, la più importante e cruenta battaglia mai combattuta in Sicilia, ossia quella svoltasi a Francavilla in contrada Cappuccini nel pomeriggio del 20 giugno 1719, quando si scontrarono le truppe spagnole, alleate della popolazione locale, e quelle austriache, alleate dei Savoia.

Le prime notizie storiche su Mojo risalgono al 1400, quando il piccolo centro dell'Alcantara era feudo del medico Tommaso Tortorici (o Tortoreto); a costui lo concedette la regina Eleonora, moglie di Ferdinando Il d'Aragona.

Successivamente passò alla signoria dei Lanza (originariamente "Lancia") per via del matrimonio tra Rosa (o Rosana), figlia del Tortorici, e Manfredi Lanza

Capostipite dei Lanza fu il Duca Ernesto di Baviera il quale nel 970, in omaggio alle sue doti di valoroso condottiero, venne soprannominato "Capitano della Grande Lancia"; da qui la denominazione dell'illustre casato i cui numerosi esponenti acquistarono nei secoli feudi e signorie in tutta la penisola italiana nonché in Sicilia.

La nascita ufficiale del borgo di Mojo si ebbe nel 1602, sotto la reggenza di Palmerio (o Palmerino) Lanza; in quell'anno, infatti, l'autorità règia gli concedette la cosiddetta "licentia populandi". Dove oggi sorge l'attuale Municipio i Lanza provvidero a far edificare anche il loro palazzo baronale. I segni della presenza a Mojo della signoria dei Lanza si avvertono a tutt'oggi attraverso le proprietà immobiliari detenute dai loro discendenti e ricadenti nel territorio moiese

Il 27 luglio del 1928, il regime fascista accorpò Mojo alla vicina Malvagna, riunendo i due centri sotto la denominazione unitaria di "Lanza".

Il 21 gennaio del 1947, con l'avvento del regime repubblicano, un decreto del Capo provvisorio dello Stato ha scisso Lanza negli attuali due Comuni autonomi di Mojo e Malvagna.

Alcuni ritrovamenti archeologici, infatti, autorizzano a credere che i suoi primi abitanti furono legati per molto tempo alle fortune della famiglia Lanza.

Sotto un profilo morfologico l'abitato di Moio si trova al centro di un territorio pianeggiante ed irriguo, circondato da ovest a sud dal fiume.

Sul paese grava il massiccio monte Moio, dal cui cratere fuoriuscì la lava che diede vita a quelle in comparabile paesaggio delle gole della Alcantara.

Moio Alcantara lega il suo nome al fiume che lo bagna. Ciò è servito soprattutto a distinguerlo dagli omonimi paesini italiani rispettivamente in provincia di Bergamo e di Salerno.

Il nome "Mojo", invece, deriverebbe da "moggio" o "mòdio", ossia il recipiente con cui si usava misurare il grano. Lo storico Anton Giulio Filoteo d'Amodeo, vissuto nel '500 a Castiglione di Sicilia, fa risalire questo nome alla leggenda popolare del "cieco ingannato", secondo la quale un signore che imbrogliava il fratello cieco nel ripartire il raccolto di grano, venne fulminato da un lampo che incenerì sia lui che il raccolto stesso, formando così un'enorme piramide di terra bruciata con la quale, per l'appunto, si identifica il cratere vulcanico di Monte Mojo.

La denominazione di "Mojo", però, potrebbe anche derivare dall'arabo "Moiah", con riferimento alle acque "limpide ed abbondanti" del vicino fiume Alcantara.

In ogni caso, sia nel moggio di grano che nelle acque limpide ed abbondanti è insito il concetto di fertilità, probabilmente con riferimento alla generosa Piana di Mojo che ogni anno riesce a dare agli agricoltori del luogo una grande quantità di frutta ed ortaggi.

LA FLORA

Malgrado i problemi ambientali, causati dall'inquinamento e dall'attività indiscriminata di disboscamento, la Valle dell'Alcantara è ancora oggi una delle zone più verdi e floride della Sicilia. Purtroppo, fatta eccezione per qualche raro cespuglio lungo le rive, non esistono più i rinomati platani dell'Alcantara; da tempo è scomparso anche il papiro, mentre più frequente è l'oleandro, le cui fioriture orlano di una frangia rosea il basso corso del fiume.

La vegetazione presente nei dintorni di Mojo Alcantara alterna macchia secondaria (complesso vegetale intricato, spinoso e quasi impenetrabile derivato dalla degenerazione, per cause umane, della primitiva foresta di querce sempreverdi) a gariga (vegetazione fatta di piccoli arbusti e derivata dalla distruzione, sempre ad opera dell'uomo, della macchia secondaria). Tra le piante che s'incontrano con più ricorrenza citiamo le euforbie, i cardi, le anemoni, le malve e numerose graminacee. La verde e lussureggiante Piana di Mojo costituisce per gli abitanti del piccolo centro un autentico polmone di benessere e sviluppo in quanto la sua terra ricca d'acqua fornisce frutta ed ortaggi di ogni genere

Ma il fiore all'occhiello della pianura di Mojo e di tutta l'agricoltura locale sono i pescheti, il cui gustosissimo frutto viene solennemente celebrato in agosto con la cosiddetta "Sagra delle Pesche", quando per le strade di Mojo vengono allestiti stand e bancarelle che espongono ed offrono al pubblico quintali di pesche nonché deliziosi prodotti da esse derivati (dolci, sciroppi, confetture, ecc.).

E' ormai scientificamente assodato, comunque, che il merito della rigogliosità delle campagne di Mojo Alcantara, così come di quasi tutti gli altri territori alle pendici dell'Etna, è anche da ascrivere alla presenza del fertile terreno vulcanico.

Sul vulcanetto di Mojo, peraltro, sino ad una decina di anni fa venivano effettuate coltivazioni a vigneto; ma l'erosione dello strato superficiale ad opera delle piogge e dei venti ha costretto gli agricoltori ad abbandonare questa coltura poiché il prodotto che ne derivava presentava caratteristiche poco gradevoli, tra cui un'eccessiva amarosità.

LA FAUNA

Anticamente il fiume Alcantara era abbondantemente popolato di anguille, trote, tinche, storioni, lucci, alose e corinelle; da ciò l'originaria denominazione di Onòbala, ossia "fiume dell'abbondanza".

 Con l'avanzare del progresso, però, l'inquinamento ambientale ha determinato la pressocché totale estinzione di queste specie ittiche.

Presso le rive, invece, vive il discoglosso dipinto, una rana tipica dei Paesi mediterranei dalla forma e colorazione molto simili a quelle della rana comune.

Tra la vegetazione delle sponde ed i greti sassosi, inoltre, può capitare di incontrare il colubro leopardino, uno dei più bei rettili europei alla perenne ricerca di topi ed altri piccoli roditori di cui si ciba.

Per quanto concerne i volatili, nella Piana di Mojo è stata vista più volte aggirarsi e nidificare l'aquila del Bonelli, anche se la presenza di cacciatori ignoranti e collezionisti senza scrupoli ha reso sempre più rari simili avvistamenti.  (Notizie tratte da www.comune.moioalcantara.me.it)

Etimologia (origine del nome)

Deriva dal latino Mojus o dall'arabo al-Mudd. Probabilmente si riferisce a modium (moggio). La seconda parte deriva dall'arabo alqantara (ponte) e fu aggiunta al nome nel 1862.

Il Comune di Mojo Alcantara fa parte di:

Regione Agraria n. 3 - Alto Fantina e Alto Mela

Parco Fluviale dell'Alcantara

Patto Territoriale Valle dell'Alcantara

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