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Venerdì 19 Aprile 2024

Librizzi

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COMUNE DI LIBRIZZI



Indirizzo:Piazza Catena - 98064 Librizzi (ME)

Telefono centralino:0941.367027 - 0941.367028 - Fax Municipio:0941.32015

Stato: Italia

Regione: Sicilia

Provincia:Messina

Zona:Italia Insulare

Latitudine: 38° 5' 48''N

Longitudine: 14° 57' 32''E

Altitudine: 501 m. s. l. s.

Superficie: m². 22.956.846

Perimetro: m. 22.103

Comuni limitrofi: Montagnareale, Montalbano Elicona, Patti, San Piero Patti, Sant'Angelo di Brolo

Frazioni: Colla Maffone, Murmari, Nasidi,S. Pancrazio, S. Opolo

Abitanti:1158

Densità: 82 ab./km²

Nome di Abitanti:Librizzesi

Sito Internet: www.comune.librizzi.me.it

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Codice Fiscale: 86000250836

Codice Istat:083039

Codice Catasto: E571

 

Santo Patrono:Maria SS. della Catena

Giorno festivo:8 settembre 

Stemma:

Gonfalone:

Da vedere:

Chiesa Madre, dedicata a San Michele Arcangelo, col suo ampio sagrato a mattonelle.

Nell'interno si conserva, fra l'altro, una statua in legno del Santo titolare, raffigurato in sembianze da guerriero.

Davanti a questa statua, che raffigura il Santo in tutta la sua maestosità di Arcangelo vendicatore, ci si sente pervasi da una suggestione mistica e quasi ci si attenderebbe di risentire, nel silenzio che dilaga, le bibliche parole del Santo "Quis ut Deus?".

La statua fu scolpita a Napoli, non si conosce con esattezza l'anno in cui essa fu scolpita, ma si sa di certo che fu realizzata nel periodo in cui a Napoli infieriva il colera.

La statua fu spedita in una cassa, giunta a Messina, il Senato Messinese, sapendo che proveniva da una zona infetta da colera, ne aveva ordinato, in un primo tempo, la distruzione; ma poi, aperta la cassa, e colpito dalla bellezza della statua, decise di non distruggerla, e di tenerla, per adornare qualche chiesa di Messina.

Si rese allora necessario l'intervento delle Autorità Librizzesi, per indurre il Senato Messinese a cedere la statua al paese che l'aveva commissionato.

La statua proseguì il suo viaggio per via mare, e fu sbarcata a Marina di Patti, da dove fu trasportata a spalle dai Librizzesi, e accolta in paese con grandi manifestazioni di giubilo, e con spari di mortaretti.

Chiesa della Madonna della Catena, del XVI sec, E' stata ricostruita nel 1850 circa, dopo il crollo della precedente in seguito ad uno smottamento.

Al suo interno è custodita una celebre statua marmorea della Madonna della Catena, risalente al 1540 circa e riferibile ad Antonino Gagini. La Madonna della Catena è la Patrona di Librizzi e la prima domenica dopo ferragosto si celebra la sua festa: 24 portatori scalzi la conducono in processione. Le si attribuisce un fatto prodigioso risalente alla festa del 1573 ed una leggenda, ricordata nella processione

Chiesa di S. Paolo, si trova nella Frazione Murmari, arricchita con opere del prof. Franco Nocera: un trittico, su supporto ligneo; una Croce lignea, assemblata in tronchi di castagno stagionato e dipinta con inserimenti cromatici aurei; e cinque vetrate artistiche..

I "tubbiti" medievali, si tartta di costruzioni religiose di epoca medioevale, risalenti all' insediamento arabo (zona del Furio, e Maffone).

 

Festa Patronale:

Festa patronale di Maria SS. della Catena (Domenica successiva al 15 agosto) con una suggestiva processione nella prima domenica dopo ferragosto.

Eventi Culturali:

Eventi Gastronomici:

Sagra dei maccheroni al sugo (3 Agosto)

Sagra della frittula (settembre) tipico piatto dei Monti Nebroidei.

Eventi sportivi:

Curiosità:

Il Comune ha costituito un archivio fotografico digitale (progetto, finanziato dalla Regione Siciliana) delle immagini delle famiglie di Librizzi un contributo alla memoria storica del paese.

Mercati e mostre:

Risorse:

Agricoli: Uva da mosto, agrumi, nocciole, grano, olive, castagne

Centri culturali:

Museo

Siti nel Comune:

www.acquachiaraweb.com

www.borgomaisale.it

www.librizziacolori.it

www.leroccheagriturismo.com

Impianti sportivi:

Numeri Utili:

Farmacia Blanco, Piazza Catena, Tel. 094132429 – 3382889610

Farmacia Martinez, Tel. 0941368451

Carabinieri, Via Umberto I Tel. 0941326603

Guardia Medica, Via Toselli Tel. 094132196

Ufficio Postale: Via Umberto I, 1 - tel. 0941-367009.

Strutture Ricettive:

Borgo Maisale Contrada Maisale  tel 0941.361681

Borgo Annunziata Contrada Piano Annunziata  tel. 0941 367242

Alpino Contrada Antona  tel. 0941 32019

Acquachiara Contrada Pantano, tel. 0941 32390 Cell. 328 4551683

Fontanavena Contrada Fontanavena  tel. 0941 660294 Cell. 339 7660242

Personaggi Illustri:

Antonio Collorafi, notissimo per la sua cultura, e molto amico dei letterati del suo tempo. Fu a Venezia, dove, in breve tempo fu conosciuto dagli uomini più illustri di quella città.

Istruì molti discepoli della nobiltà veneziana; ebbe onori cavallereschi, fu apprezzato dall'imperatore Filippo IV di Spagna, e fu eletto Pubblico Cronografo del Regno.

Trasferitosi a Palermo, fu nominato Canonico della Cappella Paladina, scrisse alcuni lavori, che furono segnalati singolarmente dal Mongitore nella sua celebre opera intitolata "Biblioteca Sicula".

Andrea Muscarà, esimio giureconsulto, e celeberrimo avvocato, presiedette più volte in qualità di Giudice della Regia Gran Corte, assessore della grande curia arcivescovile di Palermo, avvocato del fisco in cui si distinse per la sua abilità e soprattutto per la sua onestà ed una volta anche giudice del concistoro.

Morì l’11 novembre 1666, a Palermo, dove fu sepolto nella chiesa dei frati di S. Antonio

Carmelo Arlotta, Arciprete del luogo, il quale impegna da molti anni le sue migliori energie, oltre che per il bene delle anime a lui affidate, per ricerche sul patrimonio storico ed artistico - religioso del paese, che gli hanno consentito la stesura del già citato opuscolo "Il devoto di Maria SS. della Catena", edito nel 1955.

Come si arriva:

Autolinee: Messina, Patti, San Piero Patti.
Ferrovia: A Km. 16 stazione di Patti (linea Palermo - Messina).

 

Cenni storici:

Piccolo centro a pochi chilometri da Patti, Librizzi è arroccato sul cucuzzolo di uno di quei colli degradanti del Monte dei Saraceni che domina la fertile vallata del fiume Timeto.

Le case erano, e sono ancora, aggrappate tutte attorno alla chiesa di San Michele costruita sul luogo dove in epoca medievale sorgeva una torre a guardia appunto di quel tratto di valle che va da San Piero fino al mare.

Era in atto allora quel processo di dilatazione del tessuto topografico, per crescita demografica e per esigenze pratiche, che culminerà, a completamento di quella parte del paese sorto oltre l'antica cinta muraria, con la costruzione di una seconda chiesa dedicata alla Madonna della Catena.

Crescita demografica straordinaria quella di Librizzi tra il Cinque ed il Seicento: nel giro di meno di un secolo il numero degli abitanti sarà quadruplicato.

Sotto Carlo V i Librizzesi erano appena 343, nel 1595 si contavano 802 anime e verso il 1650 c'erano 417 case con 1567 abitanti.

Dai documenti pubblicati dal Garufi sappiamo che nel 1575 a Librizzi stazionavano ben 17 familiari.

In tutto il Val Demone solo Messina con 40 familiari e Nicosia con 20 superavano la forza del Sant'Uffizio presente in questo minuscolo paese.

La stessa Patti contava 16 familiari e Milazzo appena 12, una così massiccia presenza di "sbirri", visto che nessun librizzese o abitante dei paesi vicini ebbe mai la sfortuna di cadere nelle grinfie del Sant'Uffizio, resta ancora oggi storicamente inspiegabile.

Non c'entra sicuramente la posizione strategica del sito e la presenza di così alto numero di familiari non può nemmeno essere spiegata dal fatto che vescovo di Patti dal 1549 al 1568 era stato quel Bartolomeo II Sebastiani, beneficiale della chiesa di Benalcazar nella diocesi di Cordova che, oltre ad essere canonico della Metropolitana di Palermo, fu anche presidente del par- lamento e per un certo periodo l'inquisitore più tristemente famoso del Sant'Uffizio nel regno di Sicilia.

Inspiegabile resta anche la improvvisa riduzione dei familiari che a distanza di due anni, nel 1577, erano soltanto 7: numero sempre elevato se si pensa che in un paese vicino come Raccuja, con una popolazione doppia, vi erano soltanto due familiari.

La presenza di tanti familiari non potrebbe essere nemmeno messa in relazione con i continui contrasti tra Librizzesi e vescovo per i beni appartenenti alla mensa vescovile. Contrasti, lotte, disubbidienze che valsero agli abitanti il soprannome di "formicole rosse" con il quale ancora oggi vengono indicati da quelli dei paesi vicini.

Questi contrasti erano iniziati sin da quando, con la venuta dei Normanni, il conte Ruggero decretava nel 1094 la fondazione in Patti del monastero e del tempio del SS. Salvatore, affidandolo all'abate di Lipari, Ambrogio, e dotandolo di molti beni sparsi in tutta la Sicilia, tra cui il territorio di Librizzi.

Ma già dopo pochi anni, nel 1117, i Librizzesi protestavano presso l'abate Ambrogio per essere sgravati di alcuni dei gravosissimi servizi ai quali erano sottoposti. Ed Ambrogio, dopo aver sentito i suoi monaci, concede che "essi ed i loro figli debbano servire il monastero per 1 settimana [al mese] e lavorare per sè 3 settimane.

E quei terrazzani si tengono così alleggeriti, che, sponte propria - almeno così c'è scritto nei documenti conservati nell' Archivio della Cattedrale di Patti - stabiliscono di lavorare in più per il monastero: 40 giorni per la semina, arando la terra coi propri buoi, una giornata nella raccolta delle messi, e tre nelle vigne o altrove, dove vi fosse il bisogno".

I contrasti si erano protratti attraverso i secoli sino all'epoca di cui ci stiamo occupando, richiedendo addirittura l'intervento del pontefice: su istanza del vescovo di Patti Antonino I  Marinto, da Compostella in Spagna, Papa Pio V nell'anno 1567 "fulminava" scomunica contro i detentori dei beni appartenenti alla mensa vescovile di Patti).

I reprobi Librizzesi non si piegavano nemmeno di fronte alla seconda scomunica lanciata dallo stesso papa nell'anno 1571 tanto che il nuovo vescovo di Patti, il palermitano Giliberto Hisfar et Corillas, "appena giunto alla sede richiamò in vigore tutti i diritti della mensa vescovile sulle terre di Gioiosa, Librizzi e SS. Salvatore. Furono loro intimate le scomuniche contro essi lanciate dal Sommo Pontefice Pio V all'epoca del suo predecessore Marinto... ".

Proprio per aver avuto a signore il vescovo di Patti, Librizzi non ebbe mai famiglie di nobile casato, ed i suoi abitanti sono sempre stati esclusivamente piccoli agricoltori, contadini, artigiani, gente di umile condizione..."

(tratto dal sito: www.comune.librizzi.me.it)

Etimologia (origine del nome)

La sua origine è sconosciuta. In greco è attestato come Librikes e Librikos, in latino come Libritium.

Il Comune di Librizzi fa parte di:

Regione Agraria n. 8 - Colline litoranee di Patti

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